(1) – Monti: rispetto e attenzione all’opera compiuta da Berlusconi

”Desidero rivolgere un cordiale saluto al presidente del Consiglio uscente, Silvio Berlusconi, con rispetto ed attenzione per l’opera da lui compiuta”. Lo afferma Mario Monti dopo aver sciolto la riserva sull’incarico a formare un nuovo esecutivo.

Per la fiducia il governo-Monti domani in Senato

Oggi alle 17 al Quirinale si svoglera’ la cerimonia del giuramento del nuovo governo guidato da Mario Monti. Lo ha annunciato il segretario generale della Presidenza della Repubblica, Donato Marra.

”Per quanto riguarda il programma, se ne parlera’ domani quando lo esporro’ di fronte alle Camere per ottenere la fiducia”. Il neopremier risponde cosi’ alla domanda se il suo governo mettera’ mano alla riforma delle pensioni.

(2) – Alfano: aumentata la fiducia nel PdL

“Le dimissioni di Berlusconi non chiudono la sua carriera politica, lui avrà un ruolo importante per il futuro dei moderati italiani. Se una persona resta protagonista lo stabiliscono le urne, meccanismi democratici”. Lo afferma il segretario del Pdl Angelino Alfano durante la presentazione del libro ‘Questo amore’ di Bruno Vespa.

Alfano, rispondendo ai giornalisti presenti, affronta diversi argomenti.

Contestazioni. “Le manifestazioni di sabato sono state disdicevoli. Quando Prodi si dimise, festeggiammo anche noi ma non radunammo i nostri sotto casa sua e comunque l’effetto finale di quelle contestazioni e’ che nei sondaggi la fiducia in Berlusconi e’ cresciuta di 6 punti mentre il Pdl di un punto e mezzo”.

Gianni Letta. “Se posso dare un consiglio spassionato al presidente del Consiglio incaricato Mario Monti, e so che lui lo condivide, non mi priverei mai di una personalità con il senso delle istituzioni, la serietà e la conoscenza dei problemi come Gianni Letta. Naturalmente nello stesso modo non avrei nessuna obiezione all’ingresso nel governo di Giuliano Amato”.

Ici. Sulla possibilità che il Pdl possa accettare la reintroduzione dell’Ici se il Pd facesse dei passi avanti sulle pensioni, Alfano dice chiaramente: “chiederci di rinunciare a leggi approvate da questo governo e’ un metodo non condivisibile”.

Legge elettorale. “La legge elettorale non deve entrare a far parte del programma di governo. Subito dopo la dichiarazione di ammissibilità sul referendum può iniziare il procedimento per discuterne in Parlamento”.

Berlusconi al telefono con Obama e Medvedev

Il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, informa un comunicato, ha avuto martedì sera una conversazione telefonica con il Presidente degli Stati Uniti, Barak Obama. La telefonata con il Presidente americano e’ giunta al termine di una serie di contatti telefonici che il Presidente Berlusconi ha avuto in questi giorni con alcuni dei principali leader internazionali: il Cancelliere tedesco Merkel, il Presidente francese Sarkozy ed i Primi Ministri della Gran Bretagna Cameron, della Turchia Erdogan, di Israele Netanyahu e della Russia Putin. Infine con l’ex- Presidente degli Stati Uniti, George W. Bush. Berlusconi ha inoltre parlato con il Presidente della Federazione Russa Dimitri Medvedev. Questi gli ha anche inviato una lettera nella quale lo ringrazia personalmente per il prezioso lavoro svolto a favore dello sviluppo delle relazioni bilaterali e per l’apprezzato contributo d’esperienza in ambito internazionale ”nella sua qualita’ di uno dei politici piu’ esperti ed autorevoli del mondo”.

(3) – “Nuovo governo, noi fondamentali”

“Monti sa bene che o fa i conti con il centrodestra o il suo esperimento neanche decolla. È consapevole delle profonde differenze tra le forze in campo e del fatto che il suo non nasce come un governo consociativo, ma come un governo figlio dell’angoscia di tutti. Al punto che l’unico modo per tamponare gli effetti del quadro economico internazionale sull’Italia e’ dare l’incarico di presidente del consiglio a un personaggio non segnato da anni di polemiche e dotato di un rapporto con il mondo finanziario che possa attutire le tensioni. Il cui governo sia sorretto da tutte le forze politiche principali, affinche’ possa attuare quelle riforme incisive che sono necessarie per affrontare una situazione di reale emergenza”. Cosi’ Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera, in un’intervista pubblicata su Libero.

Per Cicchitto “Monti e’ libero di fare politica nel modo che preferisce; ma nel caso in cui il tentativo riesca, come ci auguriamo, lui ha un vincolo d’onore. Sarebbe un presidente del consiglio rappresentativo di una fase cosi’ straordinaria che non potrebbe poi rinnegarla prendendo parte alle prossime elezioni politiche per uno schieramento o per l’altro”.

Infine, l’esponente del Pdl non esclude elezioni anticipate nella prossima primavera: “E’ una eventualita’ che non mi sento di escludere, anche se il nostro obiettivo non e’ quello. Dipendera’ tutto da fattori che ora non sono prevedibili. Di sicuro in questo momento dobbiamo dare credito al governo Monti, perche’ la mancanza di credito rischia di risolversi in un problema ulteriore per l’economia italiana”.

(4) – Nessuno strappo, la Lega ci resta vicina

La Lega ha scelto di stare all’opposizione del governo Monti. Non una chiusura aprioristica sui singoli provvedimenti che verranno proposti, ma un “no” dettato dalle necessità di tener viva la memoria che la legittimità di chi governa non può essere l’esito di alchimie istituzionali, ma di un voto popolare.  Paradossalmente proprio questo “no”, nelle sue motivazioni, mostra come la Lega non sia una costola della sinistra ma semmai del centrodestra. E ci apparenta con il partito di Bossi nella concezione della democrazia. La differenza è che il Popolo della Libertà, come partito di maggioranza relativa, non può sottrarsi a un appello all’unità lanciato con autorevolezza dal presidente della Repubblica, in presenza di fattori gravissimi che imponevano e impongono di non avventurarsi in un periodo di dura campagna elettorale, esponendo il nostro Paese alla aggressività del mercato finanziario, e peggio ancora ad una ferita alla coesione sociale fin qui conservata grazie al governo Berlusconi-Bossi. La Lega responsabilmente non ha tratto conseguenze traumatiche da questa differente valutazione tra forze alleate. Le coalizioni di centrodestra che guidano con eccellenti risultati quattro regioni del Nord, di cui due con la presidenza del Carroccio, non sono state messe in discussione. Questo è un segno chiaro di come i contenuti programmatici e il modo di intendere il governo degli italiani ci accomunino. È una prefigurazione del futuro prossimo.

Il Pdl non ha costituito una nuova maggioranza con il Partito democratico e con il Terzo Polo: dà sostegno a Monti, non a chi sostiene Monti. Sarebbe un danno aggiuntivo molto grave dell’assalto speculativo all’euro e all’Italia, se la Lega rompendo con il Pdl finisse per dar ragione a chi ha voluto abbattere a colpi di calunnie e di cannonate finanziarie il governo Berlusconi, facendo così un regalo alla sinistra.

Lupi: con Lega non sono cambiati il rapporto e la stima

La separazione tra Lega nord e Pdl non e’ venuta meno perche’ “e’ cambiato il rapporto tra di noi e la stima vicendevole” e non significa che non si debba fare “ancora un lungo cammino insieme”. Lo ha detto il vicepresidente dei deputati del Pdl Maurizio Lupi nel corso della trasmissione “Ballaro’“, in onda su RaiTre. L’intesa “e’ caduta perche’ nessuno si immaginava quel famoso martedi’ che gli spread sarebbero arrivati a quota 500”, con tutte le ricadute sull’economia e sul lavoro.

Maroni: Berlusconi, innovatore della politica

I festeggiamenti di piazza per le dimissioni di Berlusconi ”sono stati uno spettacolo deplorevole e ingiusto”. Lo sostiene l’esponente della Lega, Roberto Maroni, secondo il quale ”Berlusconi ha tanti difetti ma anche pregi: e’ uno dei grandi innovatori della politica italiana ed avra’ modo di riscattare questa brutta immagine che e’ stata data dalla piazza che ha mostrato una brutta voglia di linciaggio”.

(5) – Nessuna speranza, il Pd resta antagonista

Com’è stato detto più volte, con il governo Monti non è in gioco l’interesse dei partiti ma quello del risparmio degli italiani. Un tecnico illustre è chiamato a Palazzo Chigi per sostituire un governo ed un premier eletti dai cittadini; con l’obiettivo di fornire all’Europa e ai mercati un’immagine di un’Italia meno divisa dalla politica e più rapida nell’assolvere ad una serie di impegni concordati dall’ esecutivo uscente con le istituzioni comunitarie. Fin dall’inizio Silvio Berlusconi, che di Mario Monti è amico ed estimatore, ha compreso lo spirito che animava il capo dello Stato, ha fatto il passo indietro e garantito al premier incaricato un appoggio leale e senza condizioni.

Il Popolo della Libertà, da parte sua, ha capito che in questa situazione di emergenza per i nostri titoli pubblici, e quindi per i risparmi delle famiglie, era il momento di un passo indietro della politica. Ma Monti non è un marziano – lo si è visto, non per colpa sua, quando gli spread hanno ripreso a volare dopo la pausa di venerdì scorso – e sa che nessuna decisione difficile potrà essere presa senza il necessario voto del Parlamento. Quindi senza la politica, o addirittura a dispetto della politica. E questo è anche il senso dei continui appelli di Giorgio Napolitano a non dare al presidente della Bocconi solo un sostegno a metà, quasi che egli dovesse svolgere un “lavoro sporco” del quale i partiti potessero rifiutare la responsabilità in vista delle elezioni che comunque verranno. Da questo, solo da questo, nasceva l’ipotesi di chiamare al governo due politici-tecnici di assoluto livello quali Gianni Letta e Giuliano Amato. Personalità di garanzia verso entrambi gli schieramenti, e più che gradite anche al Terzo Polo.

Purtroppo fino a poche ore dall’annuncio della lista dei ministri abbiamo assistito a una incredibile serie di giravolte da parte della sinistra. Il Pd, che a sua volta ha deciso di farsi anche interprete degli umori di Di Pietro (mentre il Pdl e la Lega non hanno esitato a sacrificare almeno momentaneamente il loro accordo strategico), ne ha fatto un problema di mera spartizione, osservando che Amato “non è più parlamentare del Pd”. Come se Gianni Letta lo fosse del Pdl! Con queste premesse, è fin troppo chiaro chi fa e chi non fa i passi indietro, chi antepone l’interesse dell’Italia a quelli della tattica politica e dei giochi interni al proprio recinto politico.

Ma oggi non è il momento delle polemiche. Le lasciamo agli altri. Ora è il momento di unire gli sforzi per assecondare il tentativo di Monti e gli sforzi del Quirinale. Di convincere i mercati e di piegare la speculazione. In altri termini, di continuare a lavorare in Parlamento per tirare fuori l’Italia dalla crisi. Come abbiamo sempre fatto, e come continueremo a fare anche con questo governo. Noi, lo abbiamo già detto, ci siamo e ci saremo. Aspettiamo all’appello gli altri.

(6) – L’Italia che va/Il debito torna in calo

A dispetto di catastrofismi e speculazioni, i fondamentali pubblici e privati dell’Italia continuano a reggere. E sono quelli che lascia in eredità il governo Berlusconi.

Il debito continua a ridursi a settembre per il secondo mese consecutivo. Se questo trend continuerà, saranno meno difficili le scadenze record di titoli pubblici che attendono il Tesoro nel 2012, soprattutto nella prima parte. E cala nei primi nove mesi di quest’anno, rispetto al 2010, anche il fabbisogno dello Stato, mentre crescono ancora le entrate tributarie. Sono risposte agli slogan secondo i quali il centrodestra non colpisce l’evasione fiscale; ed a coloro che sostengono che non siamo in grado di mantenere l’impegno sui conti pubblici. L’obiettivo di un deficit pubblico del 3,9 per cento nel 2011 per consentire il pareggio nel 2013 è più concreto. Per ora, e purtroppo, questi dati sono poco o nulla sostenuti dal Pil, che è fermo non solo da noi ma in tutta Europa. Con un po’ di crescita sia il debito sia il deficit avrebbero già iniziato una decisa flessione. Eppure anche dall’economia reale, da quell’industria che non indulge in continue lamentele e appelli come i vertici confindustriali, giungono segnali positivi. Lo dimostrano i dati di alcuni settori: come le macchine automatiche per confezionamento e imballaggio; oppure i macchinari per la ceramica. Entrambi fanno registrare aumenti a doppia cifra, sia nel fatturato sia nell’export, tornati ai livelli pre-crisi del 2008.

La Banca d’Italia evidenzia questa situazione spiegando: “Le aspettative degli imprenditori sono peggiorate in estate per effetto dell’instabilità sui mercati finanziari”. In altri termini, fuori dalla morsa della speculazione, il Paese tornerà a recuperare fiducia, ottimismo e lavoro. E tutti noi potremo iniziare la giornata come nel mondo ogni persona normale, come si è fatto fino a pochi mesi fa: con un caffè, anziché con lo spread.

(7) – L’Italia che va/Sempre leader nell’export

I consumi interni ristagnano in tutti i Paesi più avanzati. E questo abbassa drasticamente i tassi di crescita che ora anche per la Germania viaggiano sullo zero virgola. Ma a tenere sono le esportazioni e l’Italia resta nel gruppo avanzato dei Paesi con forti capacità esortative specie nei Paesi extra Ue. A settembre, secondo l’Istat, l’export italiano è cresciuto di un altro 2% rispetto al mese precedente, facendo segnare un +10,3% nei confronti dello stesso periodo dell’anno scorso. Ma se si scorpora il dato escludendo i Paesi Ue, il risultato è ancora più confortante: rispettivamente un +4,1% e un +17,7%. A tirare sono i Paesi tuttora in forte crescita, dall’Asia al Medio Oriente e all’America latina.

Le importazioni italiane sono calate dell’1,3% rispetto ad agosto e tuttavia la bilancia commerciale resta in rosso di 1,8 miliardi di euro, che però è la metà rispetto al 2010. Se si toglie la bolletta energetica – principale handicap italiano – la situazione cambia notevolmente: il saldo diventa positivo per 23,1 miliardi contro i 16,5 miliardi del 2010. È questo il vero dato che dimostra la forza dell’export italiano, che a sua volta traduce non solo l’intraprendenza delle nostre imprese ma anche la loro voglia e capacità di battersi su tutti i mercati mondiali con una vitalità che sconfigge le analisi pessimistiche e che conferma il valore positivo dei fondamentali dell’economia italiana.

È importante che questa spinta delle imprese italiane non sia ridotta da restrizioni creditizie e che alle aziende sia consentita quella flessibilità nei contratti di lavoro che consente di assumere quando la domanda cresce e di ridimensionarsi quando diminuisce, ciò che consente l’equilibrio finanziario necessario per restare competitivi.

(8) – L’Italia che va/Dall’evasione dieci miliardi

I dati smentiscono la leggenda metropolitana di un Governo condiscendente con gli evasori.  La Banca d’Italia ha reso noto che nel periodo gennaio-settembre le entrate fiscali hanno registrato una crescita del 2,47%: in cifra assoluta, sono stati incassati 272,6 miliardi, ovvero 6,6 miliardi in più rispetto allo stesso periodo del 2010. Secondo il dipartimento delle Finanze del ministero dell’Economia si tratta di una “buona tenuta” del gettito. Da rilevare, tra le diverse voci, l’incremento del 2,2% del gettito dell’Iva (+5,8% nel solo mese di settembre), che è considerato un buon termometro dell’andamento dell’economia. Alla lieve flessione delle imposte dirette (-0,2%) fa riscontro un aumento di quelle indirette (+3,6%). Le entrate relative ai giochi presentano una crescita complessiva del 15,6% sostenuta, in particolare, dai proventi del lotto e dalle entrate degli apparecchi e congegni di gioco.

Questi dati indicano che, nel complesso, l’attività economica tiene. Ma a questi vanno aggiunti quelli relativi alla lotta contro l’evasione fiscale. Il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, ha detto che il fisco ha incassato dall’inizio dell’anno ad oggi 10 miliardi di euro dalla lotta all’evasione, prevedendo che a fine anno il “recupero” arriverà a quota 11 miliardi. Si conferma quindi il trend positivo nella lotta all’evasione iniziato nel 2009 e proseguito nel 2010, grazie all’aumento del numero dei controlli e ai nuovi meccanismi di accertamento ancora in fase sperimentale. In particolare, il redditometro – ha detto Befera – è uno strumento importantissimo, soprattutto dopo l’ultima manovra che permette di usarlo ai fini anche le transazioni finanziare. In futuro, questo strumento sarà messo a disposizione dei contribuenti. Ha poi aggiunto che la lotta all’evasione viene condotta non solo verso chi già paga ma fa dichiarazioni infedeli, ma anche verso chi non paga, facendo emergere nuovi contribuenti.

(9) – Per il premier un altro proscioglimento

“Il complesso degli elementi fin qui considerati consente di escludere che Silvio Berlusconi, negli anni di riferimento delle imputazioni oggetto del presente procedimento (ndr, tra il 2002 e il 2009) abbia concretamente esercitato poteri di fatto sulla gestione di Mediaset, anche sottoforma di semplici direttive, continuando a gestire l’asserita frode nella compravendita nei diritti televisivi unitamente al suo ‘socio occulto’, Frank Agrama”. E’ quanto osserva il Gup di Milano, Maria Vicidomini, nelle motivazioni alla sentenza di proscioglimento di Silvio Berlusconi per la vicenda Mediatrade. Il giudice boccia le prove portate dal Pm per dimostrare il rapporto tra l’ex premier e Frank Agrama. Tra queste, le fotografie, “prive di data certa” che ritraggono Berlusconi e Agrama. Vengono considerate “irrilevanti” anche le dichiarazioni di un teste, Silvio Sardi, prodotte dal Pm in udienza. “Tale essendo il complessivo compendio probatorio – spiega il Gup – non si ritiene sussistano le condizioni per disporre il rinvio a giudizio dell’imputato Silvio Berlusconi, atteso che i riferimenti a quest’ultimo evincibili dalla poderosa mole di atti depositati dal Pm sono essenzialmente relativi al periodo temporale coperto dalle imputazioni del processo ‘diritti’, in corso di celebrazione davanti alla prima sezione penale del Tribunale di Milano”.

“Le asserzioni del Pm – continua il Gup – secondo cui nella complessiva conduzione della frode, durante il lunghissimo arco temporale in cui la stessa si sarebbe realizzata, Silvio Berlusconi sarebbe scomparso e riapparso, sono rimaste prive di qual si voglia appiglio fattuale, nella misura in cui, alla formale assenza in capo al predetto imputato della titolarita’ di cariche nelle societa’ del gruppo Mediaset direttamente impegnate nella compravendita di diritti televisivi risulta corrispondere, negli anni di riferimento del presente giudizio, la carenza di prova sull’esercizio in via di fatto di concreti poteri di gestione sulle medesime da parte dell’imputato”. Quindi, conclude il Gup, “si ritiene inutile procedere al dibattimento nei confronti di Silvio Berlusconi, non reputandosi gli elementi prospettati a sostegno della richiesta di rinvio a giudizio, suscettibili di un’evoluzione favorevole alla tesi accusatoria”.

(10) – Grazie Presidente, siamo con te

Un sito internet interamente dedicato a dire grazie al presidente Berlusconi di quello che ha fatto per l’Italia. Sono molti i modi scelti per sostenere ed esprimere stima e affetto a Silvio Berlusconi: www.grazieberlusconi.eu è uno dei tanti. Nasce alla chiusura dell’esperienza del Governo Berlusconi 2001-2006, ottenendo un grande successo: migliaia di messaggi e oltre 50.000 visite nei soli primi tre giorni. Dopo le vicende dei giorni scorsi, e dopo i tantissimi commenti e sollecitazioni sui social network, le telefonate, le mail ed gli sms il sito è stato rilanciato per dare la possibilità a tutti gli italiani che lo vogliono di ringraziare il Presidente Berlusconi e di mettersi in contatto con lui. Ed è davvero lungo l’elenco dei motivi per cui questo popolo del web ha sentito l’esigenza di ringraziare Berlusconi:

– “grazie a te l’Italia, negli ultimi 17 anni, è stata davvero un’altra;

grazie a te l’Italia si è salvata dalla “gioiosa macchina da guerra” di Occhetto, che avrebbe portato i comunisti al governo in una delle maggiori democrazie d’Occidente;

grazie a te le tradizioni politiche liberali, riformiste, cattoliche, massacrate dal ciclone tangentopoli, hanno potuto continuare a dare il loro indispensabile contributo al Paese;

grazie a te milioni di italiani moderati hanno potuto trovare un leader e un partito che rispondesse ai loro bisogni e ai loro desideri;

grazie a te si è finalmente realizzato il bipolarismo dell’alternanza e della responsabilità, mettendo fine a una politica intessuta di inciuci e ribaltoni;

grazie a te l’Italia ha avviato un vero programma di riforme, che molti ora hanno interesse a far passare sotto silenzio, come mai se ne erano visti nella nostra storia dal dopoguerra in avanti;

grazie a te il programma elettorale e gli impegni presi con gli elettori hanno smesso di essere solo parole e sono diventati la bussola dell’azione di governo;

grazie a te l’Italia ha recuperato un ruolo protagonista in Europa e nel mondo.

Sei stato abbattuto, certo, ma non dal voto popolare (unico vero arbitro), bensì da un colpo di stato perpetrato con l’aiuto di una parte della magistratura, dei mass media, dei poteri forti, con la complicità degli utili idioti purtroppo presenti anche all’interno della maggioranza, che dopo aver cercato invano di espellerti dalla politica, hanno trasformato quelle che al massimo erano venialità private in una gigantesca colpa pubblica, mettendo te e l’Italia alla berlina del mondo per i loro interessi di parte.

Grazie Berlusconi. Perché sappiamo che riuscirai a superare questi giorni di amarezza e di delusione e troverai la forza per riprendere in mano il partito e per essere nuovamente il punto di riferimento di tutti quegli italiani che vogliono tornare a vivere in un paese normale e libero, non commissariato dall’esterno e non succube degli interessi dei poteri forti.

Alla faccia dei soliti sinistri e afFini che in questi giorni hanno dato l’ennesima prova, in piazza, di essere dei perdenti patologici, a nome dei milioni di cittadini che hanno immutato affetto, stima e fiducia nei tuoi confronti, ti diciamo Grazie!”.

(11) – “Berlusconi di governo, anzi governissimo”

Dai giornali di oggi, 16 novembre

Corriere della Sera (Piero Ostellino) – … Una larga parte di italiani saluta l’uscita di scena di un governo eletto dal popolo come la fine della dittatura, e vede nel mite professore o, meglio, sogna, l’«uomo della provvidenza». In un Paese normale, sarebbe una contraddizione; da noi, la normalità è la contraddizione … Il guaio – che contraddice la retorica unanimistica contro la speculazione dei mercati – è che, con le dimissioni del governo Berlusconi e la designazione di Monti a candidato premier, si è scoperto il «vaso di Pandora» della nostra fragile democrazia e ne sono sortiti i demoni che il bipolarismo aveva fino all’altro ieri, se non placato, almeno tenuto a bada. Come se l’Italia fosse tornata all’improvviso al 1945, sono venuti al pettine i due nodi che il dopoguerra non aveva sciolto: l’immaturità democratica di un Paese passato trasformisticamente e opportunisticamente, nello spazio di una notte, nel luglio 1943 e, poi, nelle giornate dell’euforia, dopo il 25 aprile 1945, dal culto autoritario dell’«uomo solo al comando» al pluralismo democratico … Con la singolare decisione di mandare a casa, al di fuori delle procedure istituzionali, un governo … che aveva ottenuto il sostegno del Parlamento alla sua legge di stabilità e di sostituirlo con una soluzione emergenziale tecnocratica, ci si è illusi di aver sciolto i due nodi passando dalla democrazia formale parlamentare (il voto sulla Legge di stabilità, da parte di un esecutivo eletto dal popolo) a quella materiale (la soluzione della crisi del debito sovrano attraverso la costituzione di un governo degli esperti contro … gli eletti) …

Il Riformista (Emanuele Macaluso) – … In questi anni abbiamo letto di un Berlusconi golpista che instaurava un regime fascista. Sciocchezze di sinistra … Monti ha detto di avere «un profondo rispetto per il Parlamento e le forze politiche», ma forse ha esagerato consultando anche gruppetti e gruppuscoli che non hanno nessun ruolo politico se non quello di pensare a se stessi …

Il Fatto Quotidiano (Antonio Padellaro) – … Domandina finale: ma le energie del governo Monti non dovrebbero concentrarsi sull’incubo spread (ieri di nuovo schizzato a quota 529)? Oppure abbiamo capito male?

La Stampa (La Jena) – Ma almeno Monti li conosce i suoi ministri?

Il Sole 24 Ore (Stefano Folli) – E il governo Monti di difficoltà dovrà affrontarne parecchie… E’ pericoloso disperdere il contributo di alcune personalità che appartengono, in senso lato, a diverse tradizioni politiche, ma che soprattutto conoscono a fondo lo Stato … Gianni Letta … è stato il protagonista nel campo istituzionale della lunga stagione che ora si è conclusa. È noto che non ha mai ricoperto cariche nel Pdl, ma oggi è diventato suo malgrado il pretesto su cui si gioca la «discontinuità» che il Pd di Bersani vuole affermare. Come se il governo Monti non fosse di per sé un monumento alla «discontinuità» rispetto al recente passato. Il fatto è che escludere Letta e aprire le porte della Farnesina ad Amato sarebbe sulla carta possibile, ma determinerebbe un grave sbilanciamento politico dell’esecutivo. Quando invece l’equilibrio fra centrosinistra e centrodestra è un requisito essenziale: anche per rasserenare il clima generale del paese. Di conseguenza, o entrano entrambi o insieme restano fuori …

Libero (Martino Cervo) – L’orrendo balletto sui nomi di Gianni Letta e Giuliano Amato, possibili padrini politici dell’esecutivo Monti che dovrebbe nascere stamattina, almeno una certezza l’ha portata, perfino in queste ore che ancora non dicono se i due saranno o meno nella lista. La certezza è che, in attesa di conoscere le sorti dell’Italia nei prossimi mesi, quelle del Pd sono, dopo la giornata di ieri, ai minimi termini. L’incidente sull’«ermafrodita» (come si è definito Amato) è fatto anche di sfortunate coincidenze temporali (la visita del segretario al Quirinale proprio mentre si diffondevano le voci sull’accordo raggiunto), ma al netto di queste resta un dato: il Partito democratico si vergogna di lui … Ma perché un partito si vergogna del suo fondatore? …

Il Riformista (Giorgio Merlo) –  Il Pd … è attraversato in alcuni settori dalla volontà di far prevalere l’istinto del partito. Anche perché … come tutti sanno la coalizione di centrosinistra … non sarebbe in grado di declinare una vera cultura di governo. Ecco, quindi, la preziosità e l’originalità della grande lezione morotea da declinare in una stagione come questa. E cioè, l’intelligenza politica di far prevalere gli interessi generali rispetto a quelli particolari …

Il Corriere della Sera (Francesco Verderami) – Il Cavaliere di lotta e di elezioni sembra scomparso per lasciare posto al Cavaliere di governo, anzi di governissimo: «Auguro a Monti di riuscire nel suo compito. La difficile giornata sui mercati ha dimostrato che non ero io il problema, anche se con le mie dimissioni sono convinto di aver fatto la scelta giusta. Non oso pensare cosa avrebbero detto se ci fossi stato ancora io a Palazzo Chigi, cosa sarebbe successe nel Paese, quali pressioni ci sarebbero state su di me e sul mio partito». Smessi i panni del presidente del Consiglio, sembra voler indossare quelli del consigliere del «presidente Monti, un mio amico, una persona intelligentissima e stimatissima». Sembra, appunto: «Per quanto mi riguarda, andrò a sedermi al mio scranno di deputato. Chi è stato al governo sa che le leve sono in Parlamento. E io sarò lì. Ci sono tante cose da fare: la legge elettorale, la riforma delle intercettazioni»…

Il Sole 24 Ore (Emilia Patta) – E’ evidente il travaglio del Pd …

La Stampa (Mattia Feltri) – Si complica il caso del cane del professor Monti. Ieri abbiamo dato conto della grande riservatezza del professore che si spinse – come ha dettagliato l’Ansa – a rispondere «no comment» al cronista che nel 2004 gli chiedeva come si chiamasse il cane. Nel frattempo il professore il cane l’ha cambiato ma è fermo nella determinazione di non svelarne le generalità, e nonostante le forti pressioni che gli arrivano da tutte le parti. Ma ora Monti non può più tacerci il nome del cane: sono i mercati che glielo chiedono.

Il Corriere della Sera (Paola Di Caro) – Silvio Berlusconi sta fortemente sostenendo il governo di Mario Monti, l’uomo che gli ha tolto la poltrona: «E intelligente – dice di lui con i suoi – capisce i problemi». C’è da dire che l’ex premier si sente anche, gratificato in questo momento: ieri, dopo quelle dei maggiori leader europei, dalla Merkel a Sarkozy, da Cameron a Putin da Erdogan a George Bush – gli sono giunte le telefonate di Obama e Medvedev. Il presidente russo è stato particolarmente amichevole, ringraziandolo «per l’apprezzato contributo d’esperienza in ambito internazionale nella sua qualità di uno dei politici più esperti ed autorevoli del mondo». Ma è stato con Barack Obama che il Cavaliere ha avuto la discussione più approfondita sulle cause e le possibili vie d’uscita da una crisi che sta facendo tremare il mondo intero. «Con lui – ha raccontato l’ex premier – ho parlato dell’intrinseca debolezza dell’euro, provocata dall’assenza di una politica monetaria e dal fatto che la Bce non è banca prestatrice di ultima istanza». Il presidente americano, assicura Berlusconi «si è trovato d’accordo con me». Tanto che ne riparleranno oggi, in un giro di consultazioni che i grandi del mondo stanno tenendo costantemente e che non esclude nemmeno il Cavaliere: «La Merkel – è l’altro commento che fa lui in queste ore – si trincera dietro il suo Parlamento, ma anche lei sa che il problema è questo» …

Italia Oggi (Antonio Calitri) – Il passo indietro di Silvio Berlusconi a vantaggio del governo di larghe intese guidato da Mario Monti con il conseguente allontanamento dell’appuntamento elettorale, capovolge gli equilibri tra gli ex di Alleanza Nazionale. Con il riavvicinamento di Gianfranco Fini a Gianni Alemanno e un po’ anche all’ex premier che anticipa una

nuova casa dei moderati …