Il dibattito aperto in questi giorni dal Corriere sul “caso Milano” potrebbe essere l’occasione per un confronto sui grandi temi del governo delle nostre citta’ e del nostro Paese. Un dibattito serio deve tuttavia partire da dati di fatto incontrovertibili.
Mi corre dunque l’obbligo, spero per un’ultima volta, di ristabilire la verita’ perche’ accusarmi di aver “taroccato” i conti del Comune –come l’articolo di Giangiacomo Schiavi di domenica insinuava rievocando la litania di accuse rivoltemi negli ultimi 3 mesi dal Sindaco Pisapia e dai suoi assessori– ha un significato che travalica il desiderio di “de-morattizzare” Milano, come qualcuno ha scritto, per puntare piuttosto a delegittimare politicamente la maggioranza di centro-destra che ha guidato Milano e che guida l’Italia.
I fatti, dunque. Si e’ parlato polemicamente per settimane del Bilancio di previsione 2011 che, così come è stato redatto e votato dal Consiglio Comunale, prevedeva un avanzo di 48 milioni di Euro, senza necessita’ di aumentare tasse o imposte o tariffe, grazie a due operazioni straordinarie messe da noi in campo: la quotazione in Borsa di SEA che consentirebbe il pagamento di un dividendo straordinario di 110 milioni e la vendita della quota posseduta dal Comune in Serravalle Autostrade Milanesi, del valore periziato di circa 170 milioni, ritenuta non più’ strategica.
E’ sempre stato chiaro che se queste operazioni non fossero andate in porto, il Bilancio previsionale sarebbe mutato e l’Amministrazione avrebbe adottato misure di compensazione. Ma questa eventualita’ nulla toglie alla correttezza delle ipotesi fatte a inizio d’anno e alla trasparenza dei criteri di contabilita’ adottati. E allora perche’ quell’affannosa inutile polemica fatta a prescindere?
Stupisce semmai notare che, pur a conoscenza del grave peggioramento del quadro di finanza pubblica in cui si sarebbe trovata a operare, la Giunta Pisapia abbia come primo atto bloccato il Piano di Governo del territorio, strumento di crescita di lavoro e di produzione, provocando per il 2011 una rovinosa perdita per il Comune di oneri di urbanizzazione calcolabile in 50-70 milioni di Euro e rendendo a quel punto inevitabile il ricorso ad un immediato inasprimento dei prelievi fiscali e tariffari al quale ne seguiranno certamente altri e più’ gravosi nei prossimi mesi.
Quando ancora la Giunta Pisapia non aveva approntato il Piano Generale di Sviluppo, che pure e’ un atto dovuto di ogni nuova Amministrazione prima di deliberare interventi di spesa e di investimento, sono dunque apparsi avventati e precipitosi l’applicazione dell’addizionale Irpef e il secco rincaro delle tariffe di trasporto non certamente attribuibili a inesistenti “buchi” nel Bilancio previsionale.
Altra accusa che Schiavi rilanciava domenica e’ stata quella della “cattiva gestione” di cui si sarebbe macchiata l’Amministrazione da me guidata.
Se si trattasse di un giudizio politico su quanto abbiamo fatto in 5 anni di governo della Citta’, non avrei esitazione a considerarlo con grande attenzione cosi’ come ho accettato e rispettato il giudizio politico degli elettori milanesi 3 mesi fa. Firmata: Letizia Moratti ex sindaco di Milano
Ma un’accusa generica e non documentata come quella che mi e’ stata rivolta deve essere confutata ancora una volta sui fatti, ricordando che negli ultimi anni il Comune di Milano si e’ trovato ad assorbire tagli ai trasferimenti statali e riduzioni di spesa determinati dagli obiettivi del Patto di Stabilita’ per complessivi 780 milioni di Euro; senza contare che due anni fa siamo stati costretti a rimborsare un prestito obbligazionario convertibile da 300 milioni di Euro per non “regalare” al mercato il controllo in A2A, un bene prezioso del patrimonio comunale.
Nell’attuale fase di gravi ristrettezze di risorse pubbliche, e’ utile ricordare come facemmo allora a compiere sforzi cosi’ imponenti. Abbiamo imposto agli assessorati efficientamenti della spesa che soltanto nel 2010 sono stati di 20 milioni di Euro. Dal 2006 al 2010 abbiamo tagliato le consulenze da 23 milioni a 3 milioni. Abbiamo riorganizzato gli uffici comunali conferendo proprietà per 80 milioni ai nostri due fondi immobiliari comunali facendoci incassare ricavi per 180. Abbiamo,in sostanza, avviato nuove forme di finanziamento della spesa che non pesassero sui bilanci delle famiglie. Perche’ non seguire ora questa stessa strada?
Abbiamo fatto tutto questo continuando ad investire nelle nuove infrastrutture, finanziando con 3 miliardi di Euro due nuove linee metropolitane, dotando di oltre 700 milioni il piano di ATM per il trasporto locale e di 800 milioni il piano per il mantenimento del controllo pubblico sull’acqua.
Investimenti che hanno rafforzato le nostre politiche ambientali, come attesta la riduzione del 14 per cento del PM10 in Citta’, di cui l’introduzione dell’Ecopass, l’allacciamento di decine di migliaia di famiglie al teleriscaldamento e la forte estensione del bikesharing rappresentano oggi una best practice a livello europeo.
I Bilanci del Comune testimoniano che in quegli anni la spesa per l’assistenza sociale non e’ mai scesa raggiungendo anzi i 480 milioni di Euro nel 2010 senza alcun aumento tariffario a carico delle famiglie, delle scuole materne, degli anziani e dei disabili. E questo mentre investivamo grandi risorse nella sicurezza dei cittadini, con i reati scesi del 48 per cento negli ultimi tre anni.
In tempi certamente difficili non abbiamo mai rinunciato a finanziare la crescita culturale di Milano: basti pensare ai musei gia’ realizzati (il Museo del ‘900, quello del Design alla Triennale, la Fabbrica del Vapore, il Museo del Costume e quello del Fumetto, il raddoppio dell’Archeologico) e a quelli in corso di realizzazione ma gia’ finanziati come il Museo d’Arte Contemporanea. Senza dimenticare l’impegno che ci siamo presi per assicurare a Expo 2015 gli investimenti pubblici che permetteranno di realizzare con pieno successo questo grande evento internazionale ottenuto — me ne prendo una parte del merito– vincendo una durissima competizione mondiale.
Tutto questo per dire che le polemiche degli ultimi mesi, agitate con lo sguardo sempre rivolto al passato invece che al futuro, occupano lo spazio che bisognerebbe dedicare più’ utilmente ad un corretto e schietto confronto sulle proposte per governare Milano e il Paese nei prossimi difficili anni. Un confronto sereno servirebbe a informare meglio i cittadini e a formare l’opinione di quanti in Italia guardano con interesse al mutato quadro elettorale e politico a Milano e in altre citta’. lettera firmata da Letizia Moratti ex sindaco di Milano
Corriere della Sera 23/08/2011 – pagina 27