Questa storiaccia milanese forse non varrebbe più nemmeno la pena d’essere ripresa, è robaccia, roba da cialtroni!
Eppure riesaminando vari frammenti emersi prima, durante e dopo la devastazione di Milano abbiamo ritenuto che meritasse un ultimo spazio d’evidenza.
Premesso che ormai sarebbe cosa buona e giusta ficcarsi in testa che gli idioti costituiscano un associazione ben radicata nell’ovunque e non solo a Milano dove comunque grazie a Pisapia e compagni iscrivono quotidianamente sempre nuovi soci, procediamo con ordine nella nostra analisi:
1. anche se pleonastico è utile ricordare che l’appuntamento del primo maggio in contemporanea con l’inaugurazione di Expo era entrato da tempo nel mirino dell’antagonismo più violento ed idiota;
2. malgrado le numerose avvisaglie la Giunta del Pisa aveva concesso ai comitati no-Expo – no-Tav – no-canal – no-smog di organizzare nella stessa giornata un corteo di protesta attraverso le vie più centrali della città;
3. ovviamente tutta questa bella gente appartenendo alla magmatica galassia di sinistra ha sempre goduto di ampie simpatie nell’area rosso-arancione potendo inoltre contare sul movimentismo dei 22 centri sociali attualmente nell’ogni dove cittadino;
4. come previsto la farsa di quel “pacifico corteo” è implosa e dal suo interno accolte, protette poi nascoste si sono scatenate le frange più bastarde degli idioti “insurrezionalisti”;
5. in mondovisione centinaia di delinquenti si sono accaniti su tutto quello che capitava a tiro per poi sparire nell’accogliente pancia del corteo no-Expo accompagnato dalle forze dell’ordine schierate a far finta d’intervenire, ordine perentorio degli organi “competenti” era: “evitare la sclerotizzazione delle tensioni”, in parole povere una vergognosa genuflessione istituzionale!;
6. sull’argomento vi segnaliamo l’intervento di Gianni Tonelli, segretario del sindacato agenti di Polizia che ha dichiarato apertamente che senza i veti le cose sarebbero andate ben diversamente ed almeno un centinaio di idioti avrebbero potuto essere facilmente pizzicati e non solo quei 5 pistola rimasti invischiati per manifesta stupidità;
Va anche ricordato che nei giorni antecedenti alla “pacifica manifestazione” la Digos aveva beccato alcuni ragazzi tedeschi con al seguito un vero e proprio arsenale di oggetti da guerriglia urbana.
I giudici Guido Vannicelli e Olindo Canali avevano però ritenuto insufficienti le prove a carico liberandoli immediatamente.
I residenti, i proprietari delle 50 autovetture bruciate ed i negozianti di c.so Magenta e via Carducci riconoscenti ringraziano sentitamente!
Questa lunga premessa per focalizzare la vostra attenzione sul grande finale di questa storiaccia in salsa rosso-arancione andato in scena con una sceneggiata in quattro atti.
ATTO PRIMO
La sera stessa dell’incendio di Milano il Pisa, anziché precipitarsi a verificare l’entità dei danni subiti da quella che avrebbe dovuto essere la sua città, vestito di rigore si scapicollava con la sua Cinzia alla Scala.
Simultaneamente le “menti” più lucide del PD mettevano a “fuoco” che non solo Milano stava bruciando ma pure le loro carriere anche perché in una Milano umiliata e sotto shock stava montando una rabbiosa reazione che li vedeva in prima linea sul banco degli imputati.
ATTO SECONDO
Mentre il Pisapia si stava ancora godendo lo spettacolo scaligero per onorare l’inaugurazione di Expo, i pensatori partorirono l’ideona che poteva salvare capre e cavoli, inventando e lanciando in rete lo slogan “Nessuno tocchi Milano” che comprendeva un accorato appello a scendere in strada per ripulire la città aggredita.
Oddio lo slogan seppur suggestivo puzzava lontano un miglio d’ipocrisia visto che ormai la città era già stata stuprata ma grazie ai “blog-compagni” aveva colto nel segno diramandosi in rete anche nei siti non allineati ed in buona fede.
ATTO TERZO
Al ritorno dalla Scala un Pisa tormentato da una cappa sulfurea che lo stava opprimendo si trovò inaspettata l’opportunità già bella e confezionata dai compagni del PD di cavarsela.
Su quel “Nessuno tocchi Milano” si gettò con slancio vibrante di rinascita, lo fece suo ma pretese un cambiamento dell’orario di apertura del programma di pulizie posticipandolo alle ore 16 della domenica 3 maggio.
La rete divulgò immediatamente il “contrordine compagni” con motivazioni grottesche ma accettate col consueto battere di tacchi.
Il finale della sceneggiata che pure aveva raccolto lo spirito di rivalsa dei milanesi è cosa nota: una bella iniziativa veniva trasformata in una parata al canto di bella ciao con tanto di tromboni al seguito che si sperticavano in cori implorandolo di ricandidarsi e modificando lo slogan in “nessuno tocchi Pisapia”
ATTO QUARTO NON PREVISTO
Lunedì 4 maggio si giocava in uno stadio di San Siro in festa con circa 40.000 spettatori la partita di calcio “Match for Expo” per onorare il ritiro dai campi di un grande campione … Xavier Zanetti.
Il calcio d’inizio era stato affidato proprio ad un Pisapia ringalluzzito dal piccolo successo del giorno precedente e, pensando di averla svangata, il Sindaco scendeva sul prato di San Siro con quel solito sorrisetto ipocrita, veniva letteralmente travolto da una valanga unanime di fischi, un vero e proprio diluvio con annesso invito a togliere subito il disturbo!
Morale, anche la malafede è tutto sommato idiota!