Rimini, 16 luglio 2015 – Centottanta euro di multa per due sedie pieghevoli aperte fuori dal negozio a Lagomaggio. Mentre tutt’intorno impazzano ‘signore delle treccine’, venditori abusivi e campanellari.
«Noi pagheremo la multa che martedì sera ci hanno fatto i vigili mandati da qualcuno, come loro stessi ci hanno detto – attaccano Patrizio Giavoli e Ifigenia Montevecchi, coniugi titolari della profumeria ‘Desideri’ di via Regina Elena a Lagomaggio –. Ma è una vergogna che nessuno intervenga sul serio verso una situazione di dilagante abusivismo».

Gli stessi coniugi spiegano di aver invitato la vigilessa intervenuta a sanzionare anche i tanti abusivi in azione sul lungomare e nei paraggi. L’agente avrebbe risposto che sarebbe stato necessario chiamare un’altra pattuglia (poi intervenuta ma è come svuotare il Pacifico con un cucchiaio).

Fatto sta che il marito, dopo aver ricevuto il verbale, ha fatto un tour del lungomare, da viale Vespucci a via Regina Elena, elencando le postazioni delle ‘signore delle treccine’ che esercitano abusivamente. «Ne ho individuate ben 16 – racconta – e solo perché a un certo punto di sono stancato, senza arrivare a Miramare. L’anno scorso ho fatto un elenco analogo, girandolo a chi di dovere. Zero».

«Ma perché quelle persone che non pagano le tasse esercitano tranquillamente un’attività che è anche pericolosa? – chiede la moglie –. Io stesso in più di una occasione sono dovuta intervenire per aiutare delle donne che si erano fatte fare le trecce utilizzando frizioni che hanno causato ustioni al cuoio capelluto».

«Siamo qui da sedici anni – aggiunge il marito – lavoriamo da oltre 30, io ho 65 anni, mia moglie 60, chiediamo solo di poter lavorare. Avremo anche sbagliato per le due sedie pieghevoli aperte, solo per sederci qualche minuto perché il negozio è piccolo, e pagheremo la multa. Ma quelle seggiole le lasciamo usare anche a clienti e turisti, visto che in zona non c’è uno straccio di panchina».

«Noi siamo stati multati perché qualcuno ha chiamato la municipale – insiste Ifigenia Montevecchi –. Ma anche io ho chiamato l’agente per i vu’ cumprà, perché non li fermano? La verità è che siamo abbandonati, nessuno ci aiuta».

«Io pago la tassa di occupazione del suolo pubblico – conclude Giavoli –; proprio ieri ho versato 500 euro di bolletta elettrica a causa dell’aria condizionata sempre accesa; per installare l’insegna mi hanno fatto vedere i sorci verdi, prima bocciata per il colore, poi per le dimensioni, poi la collocazione troppo all’esterno. Adesso una maxi-multa, non se ne può più».