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Riguardo Carmine Abagnale

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Gennaio 2013

NEWS N. 16

Da |24 Gennaio 2013|

(1) – Alfano: più lavoro ai giovani è il nostro impegno prioritario
“Monti non ha nessuna possibilità di vincere, si candida solo per sostenere eventualmente la sinistra”. Lo ha detto a Ballarò il segretario del Pdl Angelino Alfano.
“Ha sbagliato politica economica – prosegue – perché ha detto troppo sì all’Europa del rigore. La pressione fiscale in un anno è aumentata dal 42,6% al 44,1%. Con Monti le cose dovevano andare molto meglio e invece sono andate molto peggio. I montiani si dovrebbero prendere le responsabilità del ‘mood’, del sentimento, direbbero gli americani. Monti aveva l’80% del consenso parlamentare, ma ha sbagliato la politica economica, e alla fine il conto l’hanno pagato i cittadini”.
Rispondendo a Floris che gli chiede se sia il candidato premier del centrodestra dichiara: “sono qui in veste di segretario del Pdl, Berlusconi è il capo della coalizione, il candidato premier si vedrà dopo, intanto pensiamo a vincere. Sono qui a sostenere il nostro leader della coalizione, Berlusconi, che ha detto di voler fare il ministro dell’Economia, e lui che viene dalla trincea del lavoro lo farebbe sicuramente meglio di tanti chiacchieroni ex cathedra”.
Rilancia poi le proposte della detassazione per l’assunzione dei giovani e l’abolizione dell’Imu per la prima casa. “Non dobbiamo dare l’idea di un paese rassegnato. Vanno messe in campo alcune idee concrete, per fare ripartire le imprese e i consumi”. Facendo riferimento ai leader di Sel e Cgil afferma: “Vendola e Camusso sono i leader veri della politica economica del centrosinistra. Apprezzo la loro chiarezza”. E aggiunge: “più spesa pubblica e più tasse è la classica ricetta della sinistra, mentre noi siamo per meno tasse e meno spesa pubblica”.
Sulle affermazioni di Nicola Cosentino, infine dichiara: “capisco l’amarezza di Cosentino e non intendo polemizzare con lui. Come tutti gli uomini mi è capitato di vincere e di perdere, ma non sono pronto a pagare qualsiasi prezzo pur di vincere”.

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Febbraio 2012

NEWS N. 15

Da |6 Febbraio 2012|

testo verra inserito qui.

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NEWS N. 14

Da |1 Febbraio 2012|

(1) – Alfano: ora più proposte al governo. Il nostro ruolo rimane determinante

“Fin qui il nostro sostegno al governo Monti è stato annacquato dai ma e dai però. Da oggi c’è la necessità di fare ulteriore chiarezza. Sarebbe sbagliato dire che sarà un sostegno senza se e senza ma, ma certamente con meno se e meno ma”. Lo afferma il  segretario del Pdl, Angelino Alfano, alla presentazione del suo libro “La mafia uccide d’estate” a Napoli.nE specifica: “meno se e meno ma che si tradurranno in una maggiore capacità di proposta da parte del partito e in una maggiore centralità”.

Alfano affronta numerosi argomenti durante l’incontro con i militanti napoletani.

Governo. Sulla scadenza ormai prossima, dei primi cento giorni del governo dei tecnici, dice che si tratta di “una scadenza importante che in genere coincide con la fine della luna di miele e che per la sinistra coinciderà con la fine della sbronza ma che per noi è stato un tempo utile per riaverci dal trauma”.

Lavoro. “Subito la riforma del mercato del lavoro. Chiediamo al governo di procedere rapidamente con la riforma del mercato del lavoro. Non accettiamo che si perda tempo sulla riforma del mercato del lavoro perché è quella che darebbe davvero maggiore competitività alle imprese e al nostro Paese”.

Liberalizzazioni. “Noi approviamo questo disegno di legge sulle liberalizzazioni che riteniamo una buona cosa per gli italiani tanto che avevamo cominciato a farle noi con i servizi pubblici locali.

Pensiamo che andranno rafforzate e irrobustite. Quindi siamo per aggiungere e lo faremo in Parlamento con una nostra iniziativa evidente”.

Riforma Costituzionale. “Intendiamo riformare la seconda parte della Costituzione per modernizzare l’architettura dello Stato”.

Alfano spiega che in un momento come quello che stiamo vivendo c’è bisogno di “istituzioni dal riflesso pronto e dalla decisione rapida”. Per questo occorre “dare la possibilità ai rappresentanti isitituzionali di assumere in tempi rapidi la responsabilità di decidere per il bene del Paese”.

Congressi. “Anche in Campania, come del resto d’Italia, i congressi si faranno entro il prossimo marzo”. Parlando dei vertici locali campani specifica di aver trovato “un clima di grande coesione e compattezza con un partito pronto a rilanciare e a vincere le nuove sfide che Napoli e la regione ci porranno innanzi, sempre per il bene dei napoletani e dei campani.

Del resto questo e’ un partito che aveva già vinto molto negli ultimi due-tre anni avendo conquistato non solo il governo della Regione ma anche tante Province e Comuni. Questa è la prova di un Pdl sano che è pronto a continuare a vincere”. E aggiunge: “noi abbiamo sostenuto Stefano Caldoro. Lui è stato un ministro del governo Berlusconi e oggi è il presidente espressione del Pdl. Se ci sono vicende da chiarire come accade spesso all’interno delle amministrazioni le chiarirà il senatore Nitto Palma (nuovo commissario regionale, ndr) che è venuto qui con un ampio mandato per affrontare e risolvere le questioni aperte, ma il rapporto c’è e resta solido”.

(2) – I partiti restano decisivi, noi lo siamo

“L’apporto della politica resta decisivo” ha detto ieri Giorgio Napolitano a Bologna (poco dopo avere subito una contestazione dei centro sociali), per aggiungere un riferimento esplicito alle elezioni 2013: “Al termine della legislatura ai partiti spetterà di gestire un nuovo avvio di una dialettica di alternanza non più inficiata da una conflittualità paralizzante e non chiusa alle convergenze politiche che le esigenze e l’interesse del Paese potranno richiedere”.

Benissimo, aspettavamo di sentircelo dire. Ovviamente nessun partito è perfetto, ma riteniamo che il Popolo della Libertà abbia le carte in regola.

L’apporto della politica resta decisivo: è quanto sosteniamo e pratichiamo fin dal debutto del governo Monti. Ora anche l’opinione pubblica capisce che molte delle misure annunciate servono a poco o sono controproducenti per l’economia e il lavoro, e quindi richiedono il concorso più attivo delle forze elette dai cittadini.
Al termine della legislatura: se ovviamente ci si arriverà (e non dipende solo da noi) il Pdl si farà trovare pronto. Siamo il primo partito nazionale, il più moderato, il più aperto alle riforme e alle novità.
Una nuova dialettica di alternanza: anche su questo punto abbiamo le carte più che in regola. L’alternanza è essenziale alla democrazia; essa prevede il sistema bipolare a la chiara scelta di chi dovrà governare. Qualsiasi ipotesi di riforma elettorale dovrà basarsi su questi due pilastri.
Non più conflittualità paralizzante: ma da chi sono venuti i conflitti? Mentre noi lavoravamo al governo (per conseguire alcuni risultati e oggi Monti e l’Europa ce ne danno atto), la sinistra che faceva, se non sfilare in piazza, andare sui tetti, cavalcare tutte le proteste senza assumersi alcuna responsabilità, senza fare nessuna proposta in questa difficilissima situazione?
L’interesse del Paese: noi lo abbiamo fatto lasciando spontaneamente palazzo Chigi ed un governo al quale eravamo stati democraticamente eletti. Siamo l’unico caso nella storia italiana di una forza politica che ha fatto un passo indietro dal potere per consentire un esecutivo di interesse nazionale.

Ecco: precisiamo queste cose e mettiamo questi paletti perché è sempre bene ricordare che il Pdl e l’èra Berlusconi non sono “un incidente della storia” come la sinistra e certa stampa cerca ancora di far credere. Tutti nel mondo vincono o perdono le elezioni – e tra pochi giorni vedremo il destino di Sarkozy – ma non dimentichiamo che i moderati sono la maggioranza degli italiani ed il Popolo della Libertà rappresenta questa maggioranza. E quando si andrà a votare lo farà ancora di più.

(3) – Europa/Dal vertice la conferma: lo sviluppo è un’Araba Fenice

“Abbiamo ottenuto ciò che volevamo”. E’ stato questo il commento del presidente del Consiglio al termine del vertice di Bruxelles, facendo riferimento al rientro dal debito pubblico che viene ora imposto dal nuovo patto di bilancio. Ma il principio che per l’Italia si debba tenere conto di “fattori rilevanti” interni ed esterni, in pratica che si debba tenere conto della crisi per evitare impossibili rientri troppo accelerati, era già stato sostenuto con una dura battaglia anche procedurale oltreche’ sostanziale dal Governo del presidente Berlusconi.

Per lunghi mesi il Governo di centrodestra ha chiesto che venissero valutati nel calcolo del debito pubblico  l’elevato ammontare di risparmio degli italiani assieme a un  sistema previdenziale senza pericoli di futuro sforamento, nel quadro di una grave crisi internazionale. In sostanza, il nostro Governo ha sottolineato che il debito pubblico italiano, per quanto elevato in termini assoluti, e’ come dire, temperato e reso sostenibile, dal risparmio e dal patrimonio di famiglie e imprese. Quei risparmi e quel patrimonio che non sono mai stati oggetto di rispetto da parte della sinistra che ha cercato, anzi, di mettere le mani nelle tasche degli italiani a più riprese, con tasse e imposte e balzelli su quei risparmi.

In definitiva, quello di ieri a Bruxelles è apparso come l’ennesimo summit mezzo deludente perché al rigore imposto dalla Germania non ha saputo affiancare quelle misure per il lavoro e la crescita ormai indispensabili dopo che il tasso di disoccupazione in Italia ha raggiunto il livello record di quasi il 9 per cento con punte del 31 per cento per i giovani. Allo stesso modo è stato rinviato il finanziamento del nuovo fondo salva-stati.

Si conferma, ancora una volta, che parlare di sviluppo e’ facile, quanto a realizzarlo neanche i tecnici lo sanno.

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Gennaio 2012

NEWS N. 13

Da |26 Gennaio 2012|

(1) – Berlusconi: nessuno può dire se la ricetta Monti funziona

Il processo Mills “è un processo esemplare dal punto di vista politico e continua, quando ormai tutto è chiarito in maniera indiscutibile. Io sono completamente estraneo alla vicenda che è originata dalla volontà da parte di un avvocato di risparmiare con il fisco inglese”. Lo afferma Silvio Berlusconi ai cronisti lasciando Palazzo di Giustizia a Milano.

L’ex premier affronta diversi argomenti parlando con i giornalisti.

Governo. Commenta con l’auspicio: “ce lo auguriamo tutti” le parole del presidente del Consiglio Mario Monti che in Senato ha parlato di “contorni per uscire dalla crisi che iniziano a prendere forma”. Berlusconi, a chi gli chiede se la ricetta del suo successore possa funzionare e se fosse disposto a dare consigli a Monti, risponde: “non credo ci sia nessuno che possa dirlo. Io non sono uso dare consiglio a nessuno”. Sul futuro del governo è tranchant: “chiedetelo a Monti” se durerà. Incalzato dai giornalisti che gli domanda perché non voglia parlare di politica, dice chiaramente che “siamo in un momento in cui la politica non c’è”.

Lega. Le divisioni interne alla Lega “sono cose che si superano. Penso che il Carroccio possa continuare ad esser un partito unito”.

Processo Mills. “Io mi aspetterei una sentenza immediata di assoluzione con formula piena per non aver commesso il fatto o perché il fatto non sussiste, invece hanno fissato una serie di altre udienze che sembrano indicative di una volontà negativa”. D’altronde, sull’eventualità di una sentenza di condanna, “come si spiega la cancellazione di tutti i nostri testimoni e la fissazione di udienze in più rispetto a quelle previste a 72 ore dalla prescrizione, se non con un’intenzione negativa?”. A chi gli domanda se abbia la sensazione, come i suoi legali, che i giudici milanesi possano arrivare a condannarlo, Berlusconi risponde: “non riesco a capire come possano scrivere una sentenza di condanna quando quello che ha dato i soldi ha detto di averli dati, chi li ha presi ha detto che li ha presi e poi c’e’ il tragitto dei soldi. Non riesco a capire come possano. E’ la dimostrazione dello stato preoccupante della giustizia italiana”.

(2) – Alfano: dopo questa manovra non accettiamo altri sacrifici

“Comincio da dove ho concluso il mio intervento il 16 dicembre per dire che anche questa volta abbiamo messo l’Italia prima di tutto, prima della maggioranza, del governo e degli egoismi di parte e proprio per questo abbiamo firmato una mozione con i partiti da cui ci separano tante cose. Quando vi è in gioco l’interesse nazionale allora noi indossiamo la maglia della nazionale e giochiamo per il bene del nostro Paese e degli italiani”. Lo afferma il segretario del Pdl Angelino Alfano in Aula alla Camera.

E ricorda: “fino ad un po’ di tempo fa si diceva a noi che dovevamo fare i nostri compiti e dopo le manovre del governo Berlusconi è difficile dirlo ancora”. Ringrazio “il presidente Monti per l’attestato di continuità con il governo Berlusconi”. Ma, ribadisce, “dopo” l’ultimo decreto ‘salva Italia’ “è ancora più difficile chiedere a noi di fare i compiti. Ora noi diciamo basta, l’Italia non deve fare altre manovre, non deve fare altri sacrifici, non dobbiamo andare in Ue con il capo cosparso di cenere. Certo, dobbiamo completare le riforme, quelle istituzionali, quelle sociali per un mercato del lavoro più aperto e moderno e vorremmo lo si facesse con la stessa velocità usata per le liberalizzazioni. E anche le banche devono fare la loro parte, ma ora tocca anche all’Europa”.

L’ex Guardasigilli, rivolgendosi poi a Monti, dice: “lei oggi va in Europa come forse mai nessun presidente del Consiglio ha potuto fare prima. Utilizzi questa occasione per il bene dell’Italia, per dire che noi non siamo pronti a finanziare con i sacrifici degli italiani le campagne elettorali degli altri leader o paesi europei. I soldi dei sacrifici italiani non servono per far fare bella figura a nessuno in Europa. Presidente Monti, vada in Ue e difenda il nostro orgoglio. Spieghi che l’Italia c’è e uscirà da questa crisi e che l’Ue senza il nostro Paese sarebbe un contenuto privo di storia e tradizione”.

Crisi/Van Rompuy ai leader: ora focus-lavoro per i giovani

La Ue deve ora concentrarsi sulla disoccupazione giovanile, sul mercato unico e sulle imprese: cosi’ il presidente della Ue Herman Van Rompuy nella lettera con cui invita i leader europei al summit del 30 gennaio.

(3) – E la Germania non è la padrona d’Europa

Angelino Alfano ha spiegato alla Camera perché il Popolo della Libertà ha scritto e votato assieme al Terzo Polo e al Pd la mozione congiunta di sostegno al governo sull’Europa.

Sì a difendere l’interesse dell’Italia, come quando si fa il tifo per la Nazionale.

No ad altre manovre ed altri sacrifici a danno dei contribuenti italiani per finanziare con i nostri soldi le campagne di leader stranieri.

In quest’ultimo punto il riferimento ad Angela Merkel è più che evidente: in Germania si vota nel 2013, e fino a pochi mesi fa la Cancelliera aveva perso tutte le elezioni nei land. E non è da ora che Alfano vi insiste: a dicembre scorso spiegò chiaramente come i tedeschi, imponendo rigore non solo agli altri governi dell’euro ma anche alle loro banche, e bloccando la Bce ed il fondo salva-stati, finanziassero di fatto il proprio debito a costo zero.

Ieri abbiamo avuto l’ennesima conferma. La Germania ha collocato bond trentennali a tassi nettamente in ribasso; mentre la Cancelliera, aprendo il Forum di Davos, ha fatto un’altra mezza marcia indietro sul contributo al fondo salva-stati, smentendo un impegno che Berlino ha preso in cambio del nuovo patto di bilancio europeo. “Abbiamo predisposto un fondo per gli aiuti d’emergenza e un altro per sostegni di più lungo periodo” ha detto la Merkel. “Noi tedeschi, lo dico con chiarezza, non vogliamo prendere impegni che poi non possiamo rispettare”.

E’ ora di dire ad Angela Merkel che la Germania non è la padrona d’Europa e che gli strumenti di difesa dell’euro non sono soltanto a sua discrezione. Che i “compiti a casa” chiesti all’Italia e ad altri paesi noi li abbiamo fatti, ma che ora ci aspettiamo che sia Berlino a mantenere gli altri impegni, perché non possono essere i contribuenti italiani a pagare i conti dell’economia tedesca (che tra l’altro ha in cifre assolute il terzo debito pubblico del mondo) né tanto meno la rielezione della Merkel.

Non solo. Il Fondo monetario internazionale ha detto chiaramente che a forza di manovre ultra-rigoriste, l’Italia andrà in recessione nel 2012 e 2013, e che potrà salvarsi solo se anche l’Europa fa la sua parte.

Ieri Monti ha precisato che “non chiediamo un euro né alla Germania né ad altri”. Bene, è il momento che spenda tutta la sua credibilità e la sua esperienza europea direttamente con la Cancelleria di Berlino. È per questo che è stato nominato a palazzo Chigi, ed è per questo che noi (che abbiamo la maggioranza in Parlamento e nel Paese) lo abbiamo lealmente sostenuto. Continueremo a farlo per l’interesse nazionale.

Ma tocca al premier e ai suoi tecnici fare l’interesse dell’Italia, mentre i tedeschi fanno molto bene i loro.

(4) – Analisi/La crescita? Tutti la cercano nessuno però sa dove stia di casa

Se è tanto per dire, lo ha detto ieri anche la Cancelliera Merkel: non bastano il rigore e l’austerità, l’Europa deve darsi da fare subito per creare nuovi posti di lavoro. Ma proprio davanti al consesso dei grandi economisti e finanzieri riuniti a Davos, la Cancelliera ha precisato che le possibilità della locomotiva tedesca, di quel Paese che potrebbe e dovrebbe trainare il rilancio di tutto il continente, “non sono illimitate”. Quindi, calma e gesso. Per ora la precedenza continua a spettare sempre e soltanto al rigore. Una doccia fredda, tanto che Il Sole 24 Ore commenta che la Germania è certa di “avere già dato” e che occorrerà “chissà quanto tempo” perché la signora Merkel possa cambiare idea e staccare quello che lei stessa chiama “un assegno in bianco”.

Al tempo stesso, davanti alla Camera, il Governo dei professori dice che è venuto il momento di “mettere la faccia” sulla crescita. Ecco qui, il rilancio, lo sviluppo, la crescita, la ripresa sono tutte parole equivalenti che indicano il grande obiettivo e la grande e irrisolta aspirazione dell’Unione Europea. Un obiettivo finora mancato, che tutti però continuano ad evocare ed invocare. Così si avanti: i programmi di sviluppo economico fioccano, le scelte ritenute decisive per la ripresa del sistema sembrano sempre sul punto di realizzarsi, ma intanto la disoccupazione cresce assieme al disagio giovanile e delle donne e sopratutto aumentano le tensioni sociali e gli scioperi. Da noi una volta tocca ai tassisti o ai camionisti, la volta dopo agli agricoltori e ai pescatori.

La verità è che le imprese italiane sono state colpite duramente dalla crisi, il Paese sta entrando in una altrettanto dura fase di recessione. Questa è la denuncia del presidente di Confindustria che avrebbe riscosso enorme attenzione da parte di giornali e televisioni al tempo del precedente Governo, ma che ora viene soltanto bonariamente registrata. Dinanzi a una previsione di recessione di due punti del Prodotto interno lordo, potrà mai bastare quel programma a singhiozzo di liberalizzazioni varato dal Governo dei professori per ridare una sferzata di energia all’Italia? Non basterà certo. E non si intravedono all’orizzonte le misure necessarie per tornare a sperare.

Si insinua il dubbio che prevalga ancora una volta su ogni altro obiettivo la necessità di tenere a freno quello “spread” con i Bund tedeschi che esprime la crisi del nostro debito sovrano. Il rigore la fa da padrone, la crescita resta quello spettro di Banquo che appare e scompare misteriosamente ma che non riesce proprio a realizzarsi mai.

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PROGRAMMA REGIONALE ERGON

Da |26 Gennaio 2012|

Modifica del bando per la “creazione di aggregazioni di imprese” approvato con d.d. n. 8950 del 4 ottobre 2011 e pubblicato sul burl n. 40 serie ordinaria del 6 ottobre 2011 e successive modifiche. Proroga del termine per la presentazione della domande al 29 febbraio 2012 e del termine per la conclusione dei progetti […]

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