I campi nomadi: tema scottante e delicato. Al di là di ogni considerazione di ordine morale e culturale, mi sono sempre domandato: “Ma quanto costano, al Comune di Milano, i campi nomadi”? Ebbene, questa volta sono riuscito a portare questa tematica e questa domanda in Consiglio Comunale. Sembrerebbe una domanda banale, quella economica, invece è una domanda molto importante anche in considerazione del fatto che i campi nomadi spesso non sono…affatto nomadi, bensì stanziali di fatto. Si tratta dunque di un qualcosa che pesa sulle spalle della collettività, già gravata da numerosi balzelli e fardelli (malgrado l’euro a testa che i nomadi comunque pagano, a titolo simbolico). Il fenomeno non si riesce ad eliminare ma forse si può regolamentare. Abbiamo dunque sottoposto al prefetto, insieme all’Assessore Moioli, un regolamento per i campi nomadi molto ferreo, che è stato accolto. Ve lo allego in Pdf in caso voleste visionarlo.
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In sintesi il regolamento vale per 1180 ospiti dei 12 campi regolari, di cui è prevista una permanenza massima 3 anni, e con proroghe previste se giustificate. E’ introdotto inoltre l’obbligo di scuola per i minori, l’obbligo di percorsi di inserimento lavorativo e la partecipazione alle spese del campo. Sono quindi previste tasse quali: tassa di soggiorno, tassa per raccolta della spazzatura, luce e gas. La quota da pagare sarà relazionata al reddito della famiglia e ogni campo avrà un comitato di gestione. Dunque i campi vengono ufficialmente considerati di transito e sosta e non stanziali (come per alcuni campi che sono presenti anche da oltre 20 anni).