NEWS N. 8
(1) – Berlusconi: l’Italia ce la farà
Da Marsiglia, a margine del vertice del Ppe, Silvio Berlusconi difende l’Italia e la situazione dei conti pubblici, ‘consiglia’ a Monti di porre la fiducia sulla manovra, e chiede alla Bce di intervenire.
Manovra – “Tutto è migliorabile: nel sistema italiano, per la nostra architettura istituzionale, il governo suggerisce e il Parlamento, che discute, decide e vota. L’Italia ce la farà, non ho mai avuto dubbi, siamo il secondo Paese dopo la Germania, prima di Francia e Gran Bretagna, se sommiamo il debito pubblico e la finanza privata”. E ricorda come il risparmio privato soprattutto delle famiglie in Italia sia molto alto. Molto più alto degli altri Paesi europei. E dunque se pure abbiamo un debito pubblico a livelli spaventosi, i due dati si avvicinano quasi a compensarsi.
Crisi – “L’Italia sta facendo la sua parte per consentire all’Europa di uscirne”. Per questo, la manovra sta dando i suoi risultati: “ci stiamo riuscendo con questo provvedimento che una sola coalizione politica non poteva approvare”.
Ici e Chiesa – “So che tutte le risorse che la Chiesa risparmia le dà in opere di aiuto a chi ha bisogno, su questo quindi ho lasciato ai membri del mio partito piena libertà”.
Frequenze TV – “C’è molta freddezza sull’ipotesi di indire un’asta le frequenze per il digitale terrestre, io non ho un’opinione, ma temo che se ci fosse da fare una gara potrebbe essere veramente disertata da molti”.
Bce – “Se non si arriverà a dare alla Banca Centrale Europea un ruolo di ultima garanzia, e cioè che possa gestire i debiti sovrani degli Stati non si risolverà nessuna situazione”.
Merkel e Sarkozy – Infine, a chi gli chiede se i rapporti con i due leader europei siano tornati positivi: “abbiamo chiarito, non c’è mai stato un problema. Ci sono state nel frattempo numerose telefonate tra noi”.
(2) – Analisi/A Bruxelles le speranze nell’euro, a Marsiglia la certezza del partito europeo
Speriamo che ancora una volta, giunti sull’orlo del precipizio, i leader dell’Unione Europea incontrino quell’attimo fuggente di saggezza che in altre difficili occasioni li ha portati comunque all’accordo. Speriamo che la difesa, pure obbligata, dell’euro non finisca per stravolgere l’Europa. Intanto la Francia continua a lanciare pesantissimi allarmi sul futuro dell’euro; la Gran Bretagna dice che non firmerà mai accordi che mettano a rischio la City di Londra e i suoi affari; la Germania insiste con i suoi “no” ripetuti contro ogni cambiamento, sia esso rappresentato dagli Eurobond sia da un ruolo diverso della Banca Centrale Europea più simile a quello della Riserva Federale americana. La reazione dei mercati finanziari al vertice europeo di Bruxelles, di fronte alle solite indecisioni, è stata di insolita durezza: gli “spread”, il differenziale tra i titoli di Stato tedeschi e quelli degli altri Paesi europei, sono saliti alle stelle, addirittura a quota 440 in Italia, mentre i titoli bancari, puniti a loro volta da una dichiarazione del Governatore della Banca Centrale, crollavano in tutte le Borse.
In questo fine settimana in cui la paura torna ad affacciarsi in tutto il continente, anche il vertice del Partito Popolare europeo a Marsiglia ha registrato l’acuirsi del dissidio tra Francia e Germania, come ha raccontato il Presidente Berlusconi ai suoi deputati riuniti per salutarlo al rientro in una grande assise europea. Proprio l’acuirsi di tale dissidio ha reso difficile anche qui trovare un accordo sul rilancio di questo grande partito popolare, il più forte del continente, anche in vista delle prossime elezioni in Francia e Germania dove i sondaggisti preannunciano che i rispettivi membri del Ppe al potere rischiano di uscire puniti dagli effetti negativi della crisi finanziaria globale sull’opinione pubblica.
Le soluzioni europee di cui si parla in queste ore, soprattutto una eventuale divisione tra Eurozona a diciassette e Unione Europea a ventisette, certamente non favoriscono lo spirito d’intesa neanche all’interno delle formazioni politiche. Ma la riunione di Marsiglia ha fornito, comunque, indicazioni importanti. Da un lato, il riconfermato ruolo del Presidente Berlusconi nel consesso dei leader dell’Europa, quasi a smentire, se ve ne fosse stato bisogno, le critiche maligne di certi giornali e di certi opinionisti. Dall’altro lato, la riconferma del ruolo insostituibile del Popolo della Libertà all’interno della grande compagine dei popolari d’Europa.
È venuto da Marsiglia l’apprezzamento di tutti per un partito che può vantare un milione duecentomila iscritti e la guida di un segretario giovane e ben preparato, proiettato verso il futuro e verso anche una vittoria più che probabile nelle elezioni che si terranno alla fine del periodo destinato al Governo tecnico, quelle elezioni che al momento bon promettono nulla di buono negli altri Stati membri del Ppe. Certamente, dai vertici di Marsiglia e di Bruxelles esce un’altra robusta e netta considerazione: la linea indicata dal nostro Governo è quella che proprio in queste ore si riconferma esatta. Non vi era prima né vi è adesso un modello tedesco da seguire, non ci sono miracolose locomotive, la strada dello sviluppo economico è difficile per tutti.
Manovra/Cicchitto: il PdL insiste sulla modifica per l’Ici
”L’obiettivo del Pdl e’ arrivare innanzitutto a un punto fermo, perche’ il quadro economico internazionale non mi sembra affatto rassicurante. Noi avremmo scritto questo decreto in maniera diversa, ma auspichiamo che ci siano alcune, se pur limitate, modifiche alla manovra, in primo luogo sull’Ici”. Il capogruppo alla Camera del Pdl, Fabrizio Cicchitto, parlando a Montecitorio, ribadisce la necessita’ di modifiche della manovra sulla casa.
”Nel testo -dice Cicchitto- ci sono altri errori e distorsioni ma non hanno un particolare significato politico. Si vede, comunque, che il decreto e’ stato scritto in grande fretta. Noi chiediamo modifiche sull’Ici al fine di ridurre il peso sulle famiglie numerose e sui giovani, magari che hanno acceso un mutuo”.
E ancora: ”il problema dei costi della politica va affrontato con rigore ma anche con senso di equilibrio. I municipi costituiscono un elemento istituzionale della democrazia comunale nelle grandi citta’. Allora e’ giusto ridurre i costi anche di queste strutture che per esempio a Roma gestiscono gli interessi e le esigenze, territorio per territorio, di circa 200-300 mila persone, ma essi non possono essere totalmente annullati. Ricordiamo in ogni caso che i costi inerenti i Municipi sono stati gia’ fortemente ridimensionati a seguito di due precedenti interventi”.
(3) – Noi sempre decisivi per il governo
Il Pdl ha conquistato una centralità politica sia nel Ppe, come si è visto a Marsiglia, sia nei confronti del governo tecnico di Monti. Ciò è frutto della validità della scelta di sostenere il nuovo governo e del senso di responsabilità dimostrato dal Presidente Berlusconi. Il nuovo profilo politico di Berlusconi, inoltre, privo di risentimenti e ispirato unicamente al bene dell’Italia, è apprezzato e piace alla gente, che si è dimostrato un vero uomo di Stato. Anche il nuovo corso del Pdl, impersonato con efficacia da Alfano, ha un notevole successo e rappresenta un motivo di forza e di speranza nel futuro. Questo quadro spiega le ragioni per le quali il Pdl, dopo le dimissioni del governo, non è stato relegato ai margini della scena politica, come molti probabilmente si auguravano. In primo luogo, non è accaduto questa volta il fenomeno che si era registrato con il governo Dini, che era di fatto divenuto un governo della sinistra, complice il ruolo del Presidente Scalfaro.
Oggi la maggioranza che sostiene il governo Monti è rappresentata dal Pdl, dal Pd e dal Terzo polo, senza che nessuno prevalga né dal punto di vista politico né da quello dei contenuti dell’azione del governo. Anzi, dal punto di vista politico il ruolo del Pdl e del Pd è senz’altro più netto di quello del terzo polo di Casini, nonostante il tentativo leader dell’Udc di conquistarsi un ruolo di protagonista dell’operazione e di sostegno al governo.
Anche a livello europeo, l’autorevolezza del Presidente Berlusconi non è scalfita, come si evince dall’invito al vertice informale dei capi di stato e di governo svoltosi a Marsiglia. Anche Casini, con la sua assenza ai lavori del Ppe, ha dovuto riconoscere che il ruolo del Pdl resta fondamentale anche nell’ambito del Ppe. Speriamo che ne tragga le dovute conseguenze.
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