Politica

Novembre 2011

NEWS N. 3

Da |23 Novembre 2011|

(1) – Analisi/Il PdL è l’univa forza capace di attrarre i moderati

Guai al Popolo della Libertà, perché resta il solo baluardo capace di attrarre i moderati alle prossime elezioni: i fulmini dei giornali e dei commentatori si abbattono perciò stamani con dovizia sulle dichiarazioni di alcuni esponenti della Lega e sulle “tentazioni” dell’Udc. Da un lato, desta immenso scandalo su tutti i quotidiani, la mancata presenza del leader della Lega alla cena di Arcore del lunedì con il presidente Berlusconi. Dall’altro lato, si sottolinea che il partito di Casini è saldamente collegato con la sinistra riformista oppure che appare coinvolto nella bufera sollevata dal caso Finmeccanica e quindi non ha tempo né voglia per stringere rapporti con il Pdl, partito visto tradizionalmente in conflitto con la magistratura.

Sul rapporto già in corso, quello con la Lega, appaiono stamani veri romanzi e romanzetti di appendice. Come se i quotidiani, concentrati nel coro colossale e continuativo di lodi al Governo dei tecnici, trovassero divertente prendersi qualche divagazione su un terreno più facile. Fioccano le ricostruzioni, nessuno che voglia ammettere come la divergenza momentanea sulla tattica tra Pdl e Lega non sia affatto il preludio a una separazione strategica nel futuro. I valori e i principi, infatti, non cambiano ma restano quelli stabiliti da Berlusconi e da Bossi, mentre i due partiti continuano ad essere collegati nella pratica quotidiana da una imponente serie di enti locali gestiti assieme nelle regioni settentrionali. Senza mettere in crisi la solidità e la robustezza di un rapporto che risale indietro a più di un decennio, è logico peraltro che la Lega tenda a enfatizzare la sua opposizione al Governo attuale di transizione: e ci sta anche, in questa posizione, qualche critica nei nostri confronti come pure qualche nostra replica più o meno piccata.

Ma che il fuoco tattico possa provocare la distruzione dell’alleanza Pdl-Lega proiettata verso le elezioni prossime e future è tutto da dimostrare. Certo, un evento del genere farebbe comodo a chi ostacola e ha sempre ostacolato le riforme, la novità, il cambiamento. Farebbe comodo a chi intende scomporre e ricomporre le forze politiche attuali in un quadro che tolga al Popolo della Libertà il predominio totale nella aggregazione degli elettori moderati. Farebbe comodo togliere di mezzo con le idee di Berlusconi anche la sua futura eredità di voti centristi: una convergenza delle forze di centro destra con l’appoggio della Lega sarebbe imbattibile. Lo dimostrano quei 380 voti dell’altra settimana alla Camera che farebbero gola a chi vorrebbe spostare il baricentro della nostra politica interna più a sinistra. Non meravigliamoci, perciò, se leggiamo descrizioni di guerra e di guerriglia laddove vediamo soltanto nella concreta realtà manovre scontate di posizionamento. I moderati sanno benissimo che qualsiasi aggregazione tattica o strategica con la sinistra, al di fuori di questa drammatica fase di emergenza, è destinata a fallire miseramente.

Alfano: spread a 475 e nessuno ne parla, ci fossimo stati noi…

“Fantastici i giornali italiani! Non gliene frega più niente dello spread. È a 475 ma parlano di ‘spread stabile’”. Questo lo sfogo di Angelino Alfano su Twitter commentando la situazione finanziaria. Poi il segretario del PdL conclude esclamando: “ah, se ci fossimo stati noi…”.

(2) – Una forza di persone e di programmi

Oggi si raduna il gruppo che intorno ad Angelino Alfano stabilisce le regole per i congressi provinciali e cittadini del Popolo della Libertà. C’è da risolvere il nodo delle incompatibilità per i ruoli di responsabilità locale nel partito. C’è da scegliere, molto banalmente, come organizzare i seggi. Non è una cosa da poco. Il successo clamoroso del tesseramento (circa un milione e duecentomila iscritti) rende felici ma complica la logistica. Importante è comunque la determinazione manifestata dal segretario politico Angelino Alfano e confermata dal presidente Silvio Berlusconi nel recente incontro con i deputati di procedere senza indugi nel cammino di partecipazione piena, di chiunque lo voglia e condivida gli ideali costitutivi del Pdl, alla edificazione attraverso la politica di una società buona per i nostri figli.

É nei tempi difficili che si palesa la verità di un’esperienza politica. Se si affloscia nel lamento reciproco e nelle recriminazioni universali è un guaio: vuol dire che è destinata a soccombere. Tutto il contrario è quanto si sta verificando in questi mesi per il Popolo della Libertà. A luglio i tesserati del Pdl erano sotto le diecimila unità… Qualcosa vuol dire non solo per noi ma per l’Italia intera questo formidabile successo: sarebbe perfetto autolesionismo deludere le attese di così tanta gente. Lo si coglie dovunque ci sia un incontro sui temi della politica nazionale o locale: c’è una voglia di far valere le nostre idee, difendendo l’Italia dalle aggressioni giudiziarie e mediatiche interne e dagli attacchi internazionali fomentati dalla nostra sinistra politica ed editoriale.

Cresce la consapevolezza, ben al di là dei confini del Pdl, che l’assillo accusatorio contro Berlusconi e la sua colpevolizzazione a riguardo della crisi erano calunnie ridicole, motivate dalla volontà di un ribaltone antidemocratico. Con il tentativo di commissariare la sovranità popolare.

Il Popolo della Libertà sta dimostrando in questa fase, specie nelle parole e negli atti, grande maturità democratica. Appoggiamo il governo Monti badando a che la sua azione non neghi i principi fondamentali del nostro impegno politico: vita, famiglia e libertà di educazione. Il risanamento non deve passare attraverso un ripiegamento in uno statalismo conservatore. In conclusione: il successo clamoroso della campagna di tesseramento dimostra che il desiderio di contare nelle decisioni fondamentali della vita pubblica non è commissariabile. Il governo è tecnico ma la partecipazione è popolare. […]

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NEWS N. 2

Da |19 Novembre 2011|

(1) – Alfano: votiamo compatti la fiducia

Stralci dell’intervento del segretario del Popolo della Libertà, on. Angelino Alfano alla Camera dei Deputati per la fiducia al Governo Monti

Signor presidente,

Onorevoli colleghi,

voteremo compatti la fiducia al governo presieduto dal senatore Monti e formato da ministri degnissimi della funzione cui va il nostro augurio di buon lavoro, voteremo la fiducia nonostante il peccato originale che affligge qualunque esecutivo che non sia espressione di una forte legittimazione diretta, popolare, elettorale. E’ un sacrificio sul piano dei principi, ma è anche una scelta razionale che abbiamo compiuto, con un atto di responsabilità. Con un atto di responsabilità in primo luogo del Presidente Silvio Berlusconi cui va la gratitudine del Popolo della Libertà per l’atto d’amore per l’Italia compiuto nel momento in cui era più difficile compierlo, senza mai essere sfiduciato in quest’Aula e godendo di un’ampia maggioranza al Senato.

Non credo di dover spendere parole inutili per ribadire quanto il mondo, gli europei e gli italiani, e la classe dirigente riunita in questo Parlamento, hanno ampiamente compreso: non le decisioni corrette e coraggiose del governo italiano, fatti salvi gli errori e le omissioni che capitano a tutti, ma la cattiva gestione politica e finanziaria della crisi dell’euro ha determinato un’emergenza e una tendenza negativa che dura e che si allarga ogni giorno di più verso il nord dell’Europa.

Chi ha stappato champagne per le dimissioni del presidente Berlusconi ora è chiamato dalla forza dei numeri a riaversi dalla sbronza e a cercare di rimettersi i panni della sobrietà e dell’intelligenza delle cose, oltre la demagogia e la propaganda.

Il principale compito di questa classe dirigente eletta dal popolo, e del governo tecnico e d’impegno nazionale che siamo lealmente impegnati a far nascere, è quello di trasformare l’euro in una vera moneta comune, dotata di una vera Banca centrale capace di difendere, come prestatore di ultima istanza, investimenti, risparmi e lavoro in tutto il continente.

Abbiamo il dovere di dirlo con chiarezza: l’euro sta fallendo la sua prima grande prova. Quella nata dalle tensioni di mercato sul debito privato e dalla catena funesta dei derivati e progredita con l’attacco al debito sovrano di molti Paesi europei. Siamo chiamati ad una gigantesca opera di riconversione del sistema monetario che implicherà, come la cancelliera Merkel ha riconosciuto giusto ieri, anche la revisione dei trattati e il cambiamento statutario dell’istituto di emissione di Francoforte.

Il primo grande impegno sul quale il governo sarà misurato è la capacità di esprimere una politica estera ed europea all’altezza della situazione.

Sono, siamo d’accordo con lei, presidente Monti: l’Europa siamo noi. Affinché questa non risulti una petizione di principio occorre però che la armonizzazione delle politiche dei singoli stati si accompagni a una svolta democratica in grado di dare all’Unione europea quel che non ha mai avuto: un’autorità politica sopranazionale che sia effettivamente fondata sull’esercizio di poteri democratici, controllabili dai cittadini. Una moneta comune è tale solo se c’è l’impegno comune a difenderla dagli appetiti legittimi dei mercati finanziari e dalla speculazione.

Una moneta comune è tale solo se nella fiducia reciproca, in una mutua cooperazione, gli stati dell’Unione sono in grado di proteggere e promuovere prospettive di crescita fondate sull’accesso al credito, sulla propensione agli investimenti, e sulla libertà d’impresa e di lavoro.

Emergenza nata dalla crisi dell’euro

Occorreva ed occorre, in questo scenario di drammatica urgenza, una tregua fattiva e operosa, dopo anni di infausta conflittualità senza confini e senza rispetto per la dimensione alta e nobile della politica, un disastroso dilagare di settarismi inconcludenti, lontani dal sentire della nazione. Il fossato di credibilità tra gli italiani e la politica cresceva ogni giorno di più perché questo tipo di conflitto impediva il regolare funzionamento delle istituzioni.

In quelle condizioni, di fronte alla proposta del Presidente della Repubblica – che pure ci aveva lasciata aperta la strada del voto manifestandosi indisponibile a far nascere un governo privo del nostro consenso e di ciò gli diamo atto in quest’Aula solennemente – di fronte alla proposta del Presidente della Repubblica si è rivelato necessario prendere tempo e rinunciare provvisoriamente all’esercizio del diritto fondamentale in ogni democrazia. Quello stesso diritto che gli spagnoli, i portoghesi, i greci, gli irlandesi, gli islandesi stanno esercitando o hanno esercitato in condizioni di crisi finanziaria molto superiori alle nostre.

Ora la tregua va gestita con moderazione, con prudenza politica, con leale convinzione nella bontà della soluzione prospettata, e con autentica fiducia verso il Presidente del Consiglio che ha ricevuto pubbliche congratulazioni dai vertici del partito e del gruppo parlamentare del Ppe in Europa e ciò a testimonianza della sua collocazione culturale nell’ambito delle grandi famiglie politiche europee.

Dobbiamo procedere a riforme capaci di togliere il gesso del corporativismo e dell’iniquità sociale all’economia italiana, immettendo robuste dosi di libertà d’iniziativa e rimuovendo ostacoli alla crescita che avevamo puntualmente indicato come priorità all’inizio della legislatura. E’ un compito decisivo, per il quale non mancherà l’apporto, politico e se mi permettete anche tecnico, delle migliori esperienze legislative e di governo che hanno segnato la storia degli ultimi tre anni nel campo della:

lotta alla criminalità organizzata,
della tenuta dei conti pubblici,
dell’impostazione della riforma fiscale,
della riforma del mercato del lavoro e dell’istruzione,
e di molte altre priorità e che ci hanno infine condotto:

–      alla formulazione del pareggio di bilancio per il 2013,

–      all’avanzo primario migliore tra i nostri partner,

–      a un tasso di disoccupazione inferiore a quello dei concorrenti,

–      e alla difesa in generale dei fondamentali di un’economia solida, il cui storico sovraccarico di debito pubblico è oggi sotto forte attacco dei mercati finanziari.

Nel discorso del Presidente del Consiglio si riscontrano espliciti ed impliciti riconoscimenti del fatto che il governo uscente, e la sua coalizione di maggioranza, lasciano un Paese che ha storici progressi da compiere, ma non una storia da rinnegare.

Siamo lieti di lasciarlo in buone mani.

Se dobbiamo togliere il gesso all’economia, e cercare la strada di un rilancio dello sviluppo e di un risanamento che disboschi i privilegi e le rendite passive, non dobbiamo però ingessare la politica democratica, la libertà di iniziativa e di dialogo di partiti e movimenti, la capacità di far vivere il significato della democrazia nella società. Questo sarebbe un errore imperdonabile per tutti. Per noi Popolo delle libertà e per i nostri avversari della sinistra come per la componente politica centrista.

Questo è un governo tecnico, politicamente legittimato da un voto del Parlamento, ma non è un governo delle larghe intese o di compromesso storico. Nelle prossime settimane e mesi sarà all’opera una coalizione della responsabilità e dell’ “impegno nazionale”, come ha detto il presidente Monti, ma non una riedizione di esperienze passate che nell’Italia della riforma maggioritaria non devono riemergere. Sarebbe il morto che afferra il vivo, sarebbe la riedizione della storia, una volta come tragedia e la seconda volta come farsa.

Ci sono delle cose iscritte nel dna della parte d’Italia che, insieme agli amici della Lega nord che vogliamo restino tali e a settori moderati che non facevano parte della maggioranza di governo uscente, si è riconosciuta in un lungo percorso riformatore.

Bene l’agenda europea, no alla patrimoniale

Noi siamo contrari, e lo rimarremo, a interventi economici che rafforzino il peso dello stato sulla vita dei cittadini, peso politico e fiscale insieme, compromettendo i beni e i risparmi delle famiglie.

Il grande sforzo nazionale deve essere indirizzato verso obiettivi compatibili con i conti dell’emergenza, ma in un contesto di libertà e di rispetto per un popolo che si esprime in un’imprenditoria tra le più operose e avanzate del mondo occidentale, e una capacità di lavoro e di competenza nell’industria e nei servizi che non temono confronti.

Dobbiamo muoverci con ottimismo responsabile, con la forza di trascinamento di una fiducia che provvedimenti ambigui o decisamente punitivi potrebbero scalfire.

* * *

Monti: apprezzo il senso di responsabilità di Berlusconi
Sono colpito dalla cortesia di Letta, rispettato da tutti

”Ringrazio il presidente Silvio Berlusconi di cui ho molto apprezzato il senso di responsabilita’ istituzionale e da parte sua il contributo a rendere, per quanto possibile, semplice questa successione a Palazzo Chigi”. Lo afferma il premier Mario Monti nel suo intervento alla Camera.

“Sono colpito dal fatto che sia ieri sia oggi, una persona che so essere molto rispettata da tutti, mi ha usato la grande cortesia di essere presente nella tribuna del Senato e della Camera per ascoltarmi. Si tratta del dottor Gianni Letta”. E’ il riconoscimento tributato dal premier Mario Monti all’ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio.

“Letta ha ricevuto in questi giorni apprezzamenti più elevati istituzionalmente del mio – aggiunge Monti riferendosi alle parole del capo dello Stato Giorgio Napolitano – ma mi permetto di associarmi a queste espressioni”.

Dall’Aula si è levato un applauso unanime, tutti i deputati si sono alzati in piedi per applaudire, Gianni Letta si è anche lui alzato ed ha chinato il capo per ringraziare Monti e l’Aula.

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NEWS N. 1

Da |17 Novembre 2011|

(1) – Monti: rispetto e attenzione all’opera compiuta da Berlusconi

”Desidero rivolgere un cordiale saluto al presidente del Consiglio uscente, Silvio Berlusconi, con rispetto ed attenzione per l’opera da lui compiuta”. Lo afferma Mario Monti dopo aver sciolto la riserva sull’incarico a formare un nuovo esecutivo.

Per la fiducia il governo-Monti domani in Senato

Oggi alle 17 al Quirinale si svoglera’ la cerimonia del giuramento del nuovo governo guidato da Mario Monti. Lo ha annunciato il segretario generale della Presidenza della Repubblica, Donato Marra.

”Per quanto riguarda il programma, se ne parlera’ domani quando lo esporro’ di fronte alle Camere per ottenere la fiducia”. Il neopremier risponde cosi’ alla domanda se il suo governo mettera’ mano alla riforma delle pensioni.

(2) – Alfano: aumentata la fiducia nel PdL

“Le dimissioni di Berlusconi non chiudono la sua carriera politica, lui avrà un ruolo importante per il futuro dei moderati italiani. Se una persona resta protagonista lo stabiliscono le urne, meccanismi democratici”. Lo afferma il segretario del Pdl Angelino Alfano durante la presentazione del libro ‘Questo amore’ di Bruno Vespa.

Alfano, rispondendo ai giornalisti presenti, affronta diversi argomenti.

Contestazioni. “Le manifestazioni di sabato sono state disdicevoli. Quando Prodi si dimise, festeggiammo anche noi ma non radunammo i nostri sotto casa sua e comunque l’effetto finale di quelle contestazioni e’ che nei sondaggi la fiducia in Berlusconi e’ cresciuta di 6 punti mentre il Pdl di un punto e mezzo”.

Gianni Letta. “Se posso dare un consiglio spassionato al presidente del Consiglio incaricato Mario Monti, e so che lui lo condivide, non mi priverei mai di una personalità con il senso delle istituzioni, la serietà e la conoscenza dei problemi come Gianni Letta. Naturalmente nello stesso modo non avrei nessuna obiezione all’ingresso nel governo di Giuliano Amato”.

Ici. Sulla possibilità che il Pdl possa accettare la reintroduzione dell’Ici se il Pd facesse dei passi avanti sulle pensioni, Alfano dice chiaramente: “chiederci di rinunciare a leggi approvate da questo governo e’ un metodo non condivisibile”.

Legge elettorale. “La legge elettorale non deve entrare a far parte del programma di governo. Subito dopo la dichiarazione di ammissibilità sul referendum può iniziare il procedimento per discuterne in Parlamento”.

Berlusconi al telefono con Obama e Medvedev

Il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, informa un comunicato, ha avuto martedì sera una conversazione telefonica con il Presidente degli Stati Uniti, Barak Obama. La telefonata con il Presidente americano e’ giunta al termine di una serie di contatti telefonici che il Presidente Berlusconi ha avuto in questi giorni con alcuni dei principali leader internazionali: il Cancelliere tedesco Merkel, il Presidente francese Sarkozy ed i Primi Ministri della Gran Bretagna Cameron, della Turchia Erdogan, di Israele Netanyahu e della Russia Putin. Infine con l’ex- Presidente degli Stati Uniti, George W. Bush. Berlusconi ha inoltre parlato con il Presidente della Federazione Russa Dimitri Medvedev. Questi gli ha anche inviato una lettera nella quale lo ringrazia personalmente per il prezioso lavoro svolto a favore dello sviluppo delle relazioni bilaterali e per l’apprezzato contributo d’esperienza in ambito internazionale ”nella sua qualita’ di uno dei politici piu’ esperti ed autorevoli del mondo”.

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Ottobre 2011

Carmine Abagnale risponde alle dichiarazioni di Luca Gibillini e Giuliano Pisapiasulla possibilità di acquistare l’abbonamento mensile all’ATM senza carta d’identità

Da |22 Ottobre 2011|

Riguardo al progetto della giunta di aumentare i controlli in merito al regolare utilizzo dei mezzi di trasporto ATM, ha suscitato l’opposizione del consigliere del PdL Carmine Abagnale la proposta del Consigliere di Sel, Gibillini, che permetterebbe a persone senza carta di identità di acquistare l’abbonamento. Questa soluzione, secondo Gibillini, porta vantaggi sia al […]

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Carmine Abagnale protesta contro la proposta del Consigliere Marco Cappato di assegnare l’Ambrogino d’Oro all’ex terrorista Sergio D’Elia

Da |11 Ottobre 2011|

“Dopo 12.700 attentati, 491 morti, 5.445 feriti a causa del terrorismo ora Marco Cappato – della lista Bonino – vorrebbe dare l’Ambrogino d’oro, il più tradizionale e ‘buono’ dei riconoscimenti milanesi all’ex terrorista Sergio D’Elia! Come Aldo Giovanni e Giacomo o Gualtiero Marchesi e Mons.Biffi, che hanno ricevuto il nobile premio nel 2010. E […]

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