Dopo l’arresto del pluripregiudicato per rapina Claudio Pitrolo nel campo nomadi di via Bonfadini.

“Il caso del pluripregiudicato italiano che i poliziotti di Mecenate hanno trovato nascosto nel controsoffitto di una casa abusiva nel campo rom di via Bonfadini dimostra come non debba essere sottovalutato il patto di solidarietà che, in nome della violazione della legge che accomuna i criminali, fa dei campi rom una sorta di zona franca in cui trovano ricetto i comunissimi delinquenti che nulla hanno a che spartire con la cultura rom”. A porre in rilievo il rischio connesso alla possibilità che nei campi rom si nascondano anche italiani ricercati dalle forze dell’ordine è il consigliere comunale di Forza Italia Carmine Abagnale, vice-presidente della commissione Sicurezza di Palazzo Marino. Da poliziotto Abagnale ha avuto modo di appurare di persona quali difficoltà s’incontrano nel perquisire i campi nomadi e di quali astuzie siano capaci. Una prova si è avuta sabato scorso in via Bonfadini, dove il sorvegliato speciale Claudio Pitrolo, 31 anni, è stato trovato nascosto in un’intercapedine del tetto di una delle numerose case costruite abusivamente dai rom che vivono nel campo. Pitrolo è una vecchia conoscenza della polizia e avrebbe dovuto trovarsi agli arresti domiciliari, che ha ottenuto pochi giorni fa. Dopo essere uscito dal carcere l’uomo si era come volatilizzato. I poliziotti del commissariato di Mecenate l’hanno trovato nella casa abitata dalla madre dei suoi 3 figli, una rom di origine italiana. Si sono insospettiti per un quadro appeso molto in alto su un muro, dietro il quale c’era l’ingresso del nascondiglio. Dentro il pluripregiudicato, responsabile di diversi furti e rapine nella zona Sud Est della città e riconoscito dalle vittime.