Comunicato stampa
20 giugno 2011
OGGI A MILANO
DISTRIBUZIONE DI 1000 CARTOLINE CON ANNULLO POSTALE CELEBRATIVE DEL 150° DELL’UNITA’ D’ITALIA IN OMAGGIO AI CADUTI DELLE FORZE DELL’ORDINE:
Report della Conferenza stampa organizzata da Mario Tritto (Presidente dell’Associazione Poliziotti Italiani) con Carmine Abagnale, Giovanni Berardi e Gemma Calabresi.
Berardi ha presentato il suo libro “mi raccomando guagliò!” con la prefazione di Mario Calabresi.
Si è tenuta stamani nella sede dell’Associazione Nazionale Polizia di Stato una conferenza stampa per presentare l’iniziativa di Poste Italiane voluta da ANP e API, Associazione Poliziotti Italiani, riguardante l’emissione di 1000 cartoline con annullo postale celebrative del 150° dell’unita’ d’Italia in omaggio ai caduti delle forze dell’ordine.
Hanno partecipato con Carmine Abagnale, presidente ANP, Giovanni Berardi, figlio del maresciallo ucciso dalle BR, nel 1978, e Gemma Calabresi, vedova del commissario Calabresi, per commemorare con i caduti di ieri anche le vittime del terrorismo.
“Periodicamente con il presidente API Mario Tritto organizziamo questi eventi per ricordare le vittime inutili, uccise da chi un giorno si è inventato un nemico che non c’era. In questi giorni, in cui riceviamo notizie poco rassicuranti su pluriomicidi che non pagano nemmeno un giorno di galera- ha continuato Abagnale con riferimento al caso Battisti- è importante ascoltare le testimonianze di figure come Berardi e la signora Calabresi, perché il passato non ritorni”.
Giovanni Berardi, che con la copertina del suo libro- arricchito dalla prefazione di Mario Calabresi- dal titolo “ ‘mi raccomando guagliò!’-La solitudine degli umili”, ha dato il soggetto alle cartoline celebrative, ha parlato duramente dei suoi oltre trent’anni anni di battaglia per rendere giustizia alle vittime del terrorismo “specie a quelle che non hanno nomi famosi, che nessuno nomina e ricorda, ma che non di meno hanno dato la vita per il Paese”.
“Voglio rendere giusto onore a quei personaggi e per questo li ho elencati tutti alla fine del libro, 15 pagine di nomi, 500 caduti e 5000 feriti,
non numeri, ma persone, famiglie distrutte, anche stranieri capitati per caso in mezzo alla tragedia, travolti dalla follia del terrorismo. Come la scorta di Moro, 5 famiglie…Leonardi fece scudo col suo corpo per salvare Moro, chi lo ricorda più?
Nell’elenco ci sono anche nomi di terroristi perché noi vogliamo umanità non vendetta. Verità e giustizia. Non galera.
Mio padre, di cui ricordo la vicenda nel libro, lasciò 5 figli, il titolo del libro è l’incoraggiamento che ci dava sempre. E’ doveroso ricordare questi eroi che consapevolmente sacrificarono la vita per l’Italia, ammazzati da barbari che facevano il tiro a segno.
Oggi noi chiediamo un’assunzione responsabilità. Invece, chi combatteva le istituzioni adesso ne fa parte, ma non si diventa mai ex assassini! Raccontateci che cosa è successo davvero! Parliamone sui libri di scuola!”
Poi Berardi ha letto parte del manifesto di Lotta Continua che invitava all’ assalto del proletariato contro lo Stato assassino, firmato da tutta l’intellighenzia del tempo, “con tanti nomi ancor oggi opinion maker su testate famose o con incarichi importanti nelle istituzioni”.
Quindi Berardi ha avanzato precise rivendicazioni.
“Per i terroristi si sono create cooperative perché potessero lavorare, vivere, farsi una famiglia, a noi vittime sono arrivate elemosine. Basta pensare alla legge 206 del 2004 largamente inapplicata e ai vantaggi previsti, ma difficili da ottenere per la burocrazia”. “Io da buon cristiano vorrei perdonare – ha concluso Berardi- ma non sappiamo chi perdonare, che cosa..e loro accettano il perdono? Nessuno ci ha chiesto scusa. Qualcuno ha tentato solo risarcimenti offensivi!
Tanti godono ancora del sangue sparso, basta pensare alla storia di Battisti. Siamo vivendo una seconda resistenza”.
“Berardi ha il merito di aver sottolineato la quotidianità delle vittime, – ha sottolineato Gemma Calabresi-. Le Brigate Rosse crearono dei simboli disumanizzando le persone che così potevano essere colpite”.
“C’è però chi ha chiesto perdono – ha tenuto a dire -, come Leonardo Marino che mi ha scritto lettere toccanti. Di recente – ha raccontato – sono stata nel carcere di Padova e alcuni assassini hanno chiesto i Sacramenti. Saranno mosche bianche, ma se Dio fa fare a noi la strada verso il perdono, corre anche verso i peccatori e conduce gli assassini che sentono il peso della colpa verso il pentimento. E questo pensiero mi consola. E mi dà forza sapere che stiamo facendo lo stesso cammino per incontrarci. Certo è importante che ci sia la pena, è indispensabile per capire l’errore, per meditare. Il castigo ci deve essere perché possiamo incontrarci”.
“E’ vero che abbiamo bisogno di giustizia, sulle stragi è emersa la verità storica ma non si è fatta giustizia. Comunque dagli Anni 70 di strada se ne è fatta tanta fdi strada- ha ripetuto-. Negli Anni 70 mi sentivo sola, lo Stato era lontano, oggi è diverso. Oggi c’è la giornata della memoria, il Presidente della Repubblica sente di dover portare avanti questo impegno. In questa casa della Polizia ricordiamo dunque i tanti poliziotti e magistrati che hanno dato la vita per sconfiggere il terrorismo, teniamo viva la memoria di tanto valore, passiamo il testimone ai giovani dei valori della quotidianità, del modo di lavorare che queste persone ci hanno lasciato. E teniamo alte le antenne perché non si ripresentino i presupposti che hanno originato quella violenza”. Abagnale ha annunciato in proposito un convegno e l’impegno a creare un ‘museo della memoria’