Prostituta

Il Consigliere comunale di Forza Italia e Presidente dell’Associazione poliziotti italiani lancia la sua proposta:«L’eventuale tassazione deve essere impiegata solo a sostegno di chi vuole lasciare la prostituzione» La prostituzione nel nostro paese è, oggi più che mai, un fenomeno squallido. Questo squallore non dipende dal fatto in sé. Per quanto si faccia della retorica vittimista, infatti, le prostitute, nella stragrande maggioranza dei casi, sono delle “lavoratrici” e non delle “schiave”, mentre l’amore mercenario resta un atto che l’uomo compie da migliaia di anni, anche se non per questo è giustificabile. «Conosco la realtà della prostituzione per motivi professionali – spiega Carmine Abagnale, poliziotto a Milano dal 1973 e oggi Consigliere comunale di Forza Italia e presidente dell’Associazione poliziotti italiani – e sono profondamente convinto che si tratti di un fenomeno ineliminabile sia perché avrà sempre una sua clientela sia perché molte prostitute scelgono liberamente di vendere il loro corpo, anche se bisogna essere durissimi nella repressione dei fenomeni di sfruttamento». «Quello che penso da poliziotto è – prosegue Abagnale – che il fenomeno vada regolamentato, perché produce un enorme giro di affari che attualmente serve ad alimentare attività in mano alla criminalità, come l’acquisto di droga o addirittura di armi. A Milano si possono stimare circa 1.500 prostitute che svolgono la loro attività sulla strada più circa 500 che mascherano la loro attività prostituendosi in appartamenti privati, persone che in un giorno possono tranquillamente raccogliere una media di 300 euro ciascuna. Un giro di affari che si può quindi stimare tra i 600mila e i 700mila euro al giorno nella sola città di Milano». «Credo che l’unica soluzione per togliere dalle mani della criminalità questa enorme quantità di soldi, togliere dalla strada lo spettacolo indegno della prostituzione e combattere anche i casi di sfruttamento sia quella di creare delle strutture dove questa attività si possa svolgere alla luce del sole, dove ci siano dei controlli sanitari, fiscali e l’attività sia regolamentata. Propongo che le persone che si vogliono prostituire debbano registrarsi e rilasciare una dichiarazione in cui si dica che la loro è una scelta libera e che vengano fatti i controlli sulla effettiva libertà di tale scelta. Vanno poi individuate delle aree in cui si possano aprire queste case che non interferiscano con la tranquillità e il decoro della cittadinanza». «Una volta regolamentata in questo modo l’attività – conclude Abagnale – si toglierebbe una grande forza economica dalle mani della criminalità organizzata, lo Stato potrebbe imporre una tassazione anche in forza dei controlli sanitari che verrebbero offerti e, soprattutto, a questo punto la “prostituzione di strada” potrebbe essere repressa con grande durezza anche sul fronte della clientela che continuasse a rivolgersi alle persone che proseguano la loro attività fuori dalle strutture preposte. Propongo, inoltre, che gli eventuali proventi della tassazione sulla attività delle prostitute “regolari” vengano utilizzati solo e soltanto per favorire il reinserimento di coloro i quali dalla prostituzione vogliano uscire».