(1) – Alfano: votiamo compatti la fiducia
Stralci dell’intervento del segretario del Popolo della Libertà, on. Angelino Alfano alla Camera dei Deputati per la fiducia al Governo Monti
Signor presidente,
Onorevoli colleghi,
voteremo compatti la fiducia al governo presieduto dal senatore Monti e formato da ministri degnissimi della funzione cui va il nostro augurio di buon lavoro, voteremo la fiducia nonostante il peccato originale che affligge qualunque esecutivo che non sia espressione di una forte legittimazione diretta, popolare, elettorale. E’ un sacrificio sul piano dei principi, ma è anche una scelta razionale che abbiamo compiuto, con un atto di responsabilità. Con un atto di responsabilità in primo luogo del Presidente Silvio Berlusconi cui va la gratitudine del Popolo della Libertà per l’atto d’amore per l’Italia compiuto nel momento in cui era più difficile compierlo, senza mai essere sfiduciato in quest’Aula e godendo di un’ampia maggioranza al Senato.
Non credo di dover spendere parole inutili per ribadire quanto il mondo, gli europei e gli italiani, e la classe dirigente riunita in questo Parlamento, hanno ampiamente compreso: non le decisioni corrette e coraggiose del governo italiano, fatti salvi gli errori e le omissioni che capitano a tutti, ma la cattiva gestione politica e finanziaria della crisi dell’euro ha determinato un’emergenza e una tendenza negativa che dura e che si allarga ogni giorno di più verso il nord dell’Europa.
Chi ha stappato champagne per le dimissioni del presidente Berlusconi ora è chiamato dalla forza dei numeri a riaversi dalla sbronza e a cercare di rimettersi i panni della sobrietà e dell’intelligenza delle cose, oltre la demagogia e la propaganda.
Il principale compito di questa classe dirigente eletta dal popolo, e del governo tecnico e d’impegno nazionale che siamo lealmente impegnati a far nascere, è quello di trasformare l’euro in una vera moneta comune, dotata di una vera Banca centrale capace di difendere, come prestatore di ultima istanza, investimenti, risparmi e lavoro in tutto il continente.
Abbiamo il dovere di dirlo con chiarezza: l’euro sta fallendo la sua prima grande prova. Quella nata dalle tensioni di mercato sul debito privato e dalla catena funesta dei derivati e progredita con l’attacco al debito sovrano di molti Paesi europei. Siamo chiamati ad una gigantesca opera di riconversione del sistema monetario che implicherà, come la cancelliera Merkel ha riconosciuto giusto ieri, anche la revisione dei trattati e il cambiamento statutario dell’istituto di emissione di Francoforte.
Il primo grande impegno sul quale il governo sarà misurato è la capacità di esprimere una politica estera ed europea all’altezza della situazione.
Sono, siamo d’accordo con lei, presidente Monti: l’Europa siamo noi. Affinché questa non risulti una petizione di principio occorre però che la armonizzazione delle politiche dei singoli stati si accompagni a una svolta democratica in grado di dare all’Unione europea quel che non ha mai avuto: un’autorità politica sopranazionale che sia effettivamente fondata sull’esercizio di poteri democratici, controllabili dai cittadini. Una moneta comune è tale solo se c’è l’impegno comune a difenderla dagli appetiti legittimi dei mercati finanziari e dalla speculazione.
Una moneta comune è tale solo se nella fiducia reciproca, in una mutua cooperazione, gli stati dell’Unione sono in grado di proteggere e promuovere prospettive di crescita fondate sull’accesso al credito, sulla propensione agli investimenti, e sulla libertà d’impresa e di lavoro.
Emergenza nata dalla crisi dell’euro
Occorreva ed occorre, in questo scenario di drammatica urgenza, una tregua fattiva e operosa, dopo anni di infausta conflittualità senza confini e senza rispetto per la dimensione alta e nobile della politica, un disastroso dilagare di settarismi inconcludenti, lontani dal sentire della nazione. Il fossato di credibilità tra gli italiani e la politica cresceva ogni giorno di più perché questo tipo di conflitto impediva il regolare funzionamento delle istituzioni.
In quelle condizioni, di fronte alla proposta del Presidente della Repubblica – che pure ci aveva lasciata aperta la strada del voto manifestandosi indisponibile a far nascere un governo privo del nostro consenso e di ciò gli diamo atto in quest’Aula solennemente – di fronte alla proposta del Presidente della Repubblica si è rivelato necessario prendere tempo e rinunciare provvisoriamente all’esercizio del diritto fondamentale in ogni democrazia. Quello stesso diritto che gli spagnoli, i portoghesi, i greci, gli irlandesi, gli islandesi stanno esercitando o hanno esercitato in condizioni di crisi finanziaria molto superiori alle nostre.
Ora la tregua va gestita con moderazione, con prudenza politica, con leale convinzione nella bontà della soluzione prospettata, e con autentica fiducia verso il Presidente del Consiglio che ha ricevuto pubbliche congratulazioni dai vertici del partito e del gruppo parlamentare del Ppe in Europa e ciò a testimonianza della sua collocazione culturale nell’ambito delle grandi famiglie politiche europee.
Dobbiamo procedere a riforme capaci di togliere il gesso del corporativismo e dell’iniquità sociale all’economia italiana, immettendo robuste dosi di libertà d’iniziativa e rimuovendo ostacoli alla crescita che avevamo puntualmente indicato come priorità all’inizio della legislatura. E’ un compito decisivo, per il quale non mancherà l’apporto, politico e se mi permettete anche tecnico, delle migliori esperienze legislative e di governo che hanno segnato la storia degli ultimi tre anni nel campo della:
- lotta alla criminalità organizzata,
- della tenuta dei conti pubblici,
- dell’impostazione della riforma fiscale,
- della riforma del mercato del lavoro e dell’istruzione,
- e di molte altre priorità e che ci hanno infine condotto:
– alla formulazione del pareggio di bilancio per il 2013,
– all’avanzo primario migliore tra i nostri partner,
– a un tasso di disoccupazione inferiore a quello dei concorrenti,
– e alla difesa in generale dei fondamentali di un’economia solida, il cui storico sovraccarico di debito pubblico è oggi sotto forte attacco dei mercati finanziari.
Nel discorso del Presidente del Consiglio si riscontrano espliciti ed impliciti riconoscimenti del fatto che il governo uscente, e la sua coalizione di maggioranza, lasciano un Paese che ha storici progressi da compiere, ma non una storia da rinnegare.
Siamo lieti di lasciarlo in buone mani.
Se dobbiamo togliere il gesso all’economia, e cercare la strada di un rilancio dello sviluppo e di un risanamento che disboschi i privilegi e le rendite passive, non dobbiamo però ingessare la politica democratica, la libertà di iniziativa e di dialogo di partiti e movimenti, la capacità di far vivere il significato della democrazia nella società. Questo sarebbe un errore imperdonabile per tutti. Per noi Popolo delle libertà e per i nostri avversari della sinistra come per la componente politica centrista.
Questo è un governo tecnico, politicamente legittimato da un voto del Parlamento, ma non è un governo delle larghe intese o di compromesso storico. Nelle prossime settimane e mesi sarà all’opera una coalizione della responsabilità e dell’ “impegno nazionale”, come ha detto il presidente Monti, ma non una riedizione di esperienze passate che nell’Italia della riforma maggioritaria non devono riemergere. Sarebbe il morto che afferra il vivo, sarebbe la riedizione della storia, una volta come tragedia e la seconda volta come farsa.
Ci sono delle cose iscritte nel dna della parte d’Italia che, insieme agli amici della Lega nord che vogliamo restino tali e a settori moderati che non facevano parte della maggioranza di governo uscente, si è riconosciuta in un lungo percorso riformatore.
Bene l’agenda europea, no alla patrimoniale
Noi siamo contrari, e lo rimarremo, a interventi economici che rafforzino il peso dello stato sulla vita dei cittadini, peso politico e fiscale insieme, compromettendo i beni e i risparmi delle famiglie.
Il grande sforzo nazionale deve essere indirizzato verso obiettivi compatibili con i conti dell’emergenza, ma in un contesto di libertà e di rispetto per un popolo che si esprime in un’imprenditoria tra le più operose e avanzate del mondo occidentale, e una capacità di lavoro e di competenza nell’industria e nei servizi che non temono confronti.
Dobbiamo muoverci con ottimismo responsabile, con la forza di trascinamento di una fiducia che provvedimenti ambigui o decisamente punitivi potrebbero scalfire.
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Monti: apprezzo il senso di responsabilità di Berlusconi
Sono colpito dalla cortesia di Letta, rispettato da tutti
”Ringrazio il presidente Silvio Berlusconi di cui ho molto apprezzato il senso di responsabilita’ istituzionale e da parte sua il contributo a rendere, per quanto possibile, semplice questa successione a Palazzo Chigi”. Lo afferma il premier Mario Monti nel suo intervento alla Camera.
“Sono colpito dal fatto che sia ieri sia oggi, una persona che so essere molto rispettata da tutti, mi ha usato la grande cortesia di essere presente nella tribuna del Senato e della Camera per ascoltarmi. Si tratta del dottor Gianni Letta”. E’ il riconoscimento tributato dal premier Mario Monti all’ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio.
“Letta ha ricevuto in questi giorni apprezzamenti più elevati istituzionalmente del mio – aggiunge Monti riferendosi alle parole del capo dello Stato Giorgio Napolitano – ma mi permetto di associarmi a queste espressioni”.
Dall’Aula si è levato un applauso unanime, tutti i deputati si sono alzati in piedi per applaudire, Gianni Letta si è anche lui alzato ed ha chinato il capo per ringraziare Monti e l’Aula.
(2) – Berlusconi: collaboreremo con lealtà ma valuteremo i singoli provvedimenti
“Il Pdl è compatto nel votare la fiducia al governo Monti. Collaboreremo con lealtà, ma valutando volta per volta i singoli provvedimenti”. Lo dichiara Silvio Berlusconi, parlando ai deputati Pdl riuniti alla Camera. In particolare afferma che “se Monti agirà bene, non dovremo commettere l’errore di consegnarlo nelle mani del Pd”. “Monti è arrivato ed è stato accolto come Maradona nel Napoli quando bastò fare il suo nome e annunciare il suo arrivo perché scoppiasse la festa. Ma poi non è che bastasse solamente lui…”. infatti “l’attacco speculativo non si è fermato”. Tuttavia, “per senso di responsabilità e generosità il mio governo ha lasciato l’incarico”.
Berlusconi ribadisce inoltre che “l’Italia non è in stato di pericolosità. Quando un’azienda si trova in questa situazione significa che il debito supera il valore stesso dell’azienda, mentre il nostro è solamente il 20% della ricchezza. Il nostro Paese è quindi ultrasolido anche se ora è sotto attacco dell’offensiva degli speculatori”. D’altra parte “l’euro è una moneta malata perché non ha un padre e una banca centrale che la sostiene quando è in difficoltà. La crisi in Grecia è stata gestita in modo disastroso e le misure imposte in quel Paese peggioreranno la situazione. Siamo di fronte a un virus che colpisce tutti”. Tornando ai temi relativi all’insediamento del nuovo governo, Berlusconi ribadisce che “votiamo la fiducia ma valuteremo ogni singolo provvedimento. Bisogna andare avanti con la riforma della giustizia, del fisco, dell’architettura costituzionale e con le intercettazioni. In ogni caso siamo contrari alla patrimoniale”.
E ancora: “ho la convinzione che vinceremo le prossime elezioni.. Questo periodo fuori dal governo aiuterà il Pdl perchè chi governa in un momento di crisi poi non vince”. Per questo “faremo il congresso nazionale del Pdl in primavera”. E a proposito del Partito: “siamo una forza democratica e ci comportiamo come tale. Ho parlato di alcune cose con il segretario Alfano, ogni settimana organizzeremo l’ufficio di presidenza (probabilmente il venerdì), indiremo anche una direzione nazionale al mese, prevedremo una riunione di gruppo ogni 15 giorni e ogni tanto un incontro con massimo 30 parlamentari alla volta. Desidero essere l’imprenditore della campagna elettorale, di una campagna mai vista. Presto invierò una lettera a tutti gli iscritti, il mio obiettivo è raddoppiare il numero delle adesioni al partito”.
Partito di cui Berlusconi elogia il segretario Angelino Alfano: “non solo è bravo, ma tutti i leader dell’opposizione lo temono e hanno paura di lui. Ho avuto intuito nello sceglierlo. Tutti i leader dell’opposizione, ce lo invidiano e Bersani e Casini hanno paura anche per la sua giovane età che li fa diventare subito dei vecchi. Infine un appello: “dobbiamo essere assolutamente uniti. Se c’è una frazione del Pdl, nessuno di noi conta più niente. Chiedo a tutti di votare la fiducia, anche a chi ha dentro sensazioni diverse. Adesso dobbiamo essere uniti come un sol uomo, è importante dare la sensazione che siamo un partito per l’Italia e per la nostra storia”.
Berlusconi: Napolitano molto attivo, ha dato un contributo importante
“Il Presidente della Repubblica e’ stato molto attivo” in quest’ultima fase che ha preceduto la nascita del governo Monti “e ha dato un contributo importante”. Lo ha detto l’ex premier Silvio Berlusconi, parlando con i giornalisti a Montecitorio.
(3) – “Maggioranza parlamentare, non politica”
“Non c’è una maggioranza politica, c’è una maggioranza parlamentare, è un dato paradossale che non ha precedenti nella storia del Parlamento. Noi sperimenteremo tutti quanti un percorso assai complesso e difficile che certamente avrà nel Parlamento un terreno di confronto essenziale. Da questo punto di vista invito il Governo e il presidente del Consiglio a misurarsi su questo nodo perché alcune scelte che avete fatto nella composizione di questa struttura governativa hanno complicato la sua vita. Questo problema lo poniamo in termini costruttivi ma è un problema sul quale voi dovete aprire una riflessione”. Lo ha detto il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, intervenendo nel dibattito sulla fiducia al Governo.
“Molto spesso – ha ricordato – la tendenza agli ukase, alla demonizzazione e così via porta in vicoli ciechi non all’altezza delle questioni che dobbiamo risolvere”. Cicchitto ha sottolineato che “per quanto ci riguarda questo percorso che facciamo in una situazione di emergenza non significa la fine del bipolarismo ma lo conferma. È evidente che noi alle prossime elezioni ci presenteremo su schieramenti alternativi e continuerà un confronto politico che è materia della dialettica politica di questo Paese”.
“Posso solo esprimere un auspicio, è cioè – ha sottolineato – che siamo in grado tutti quanti di passare, grazie anche magari all’azione di questo Governo, se questo Governo è capace di essere al di sopra anche di interessi che sono in esso presenti, se questo Governo è capace di collocarsi in una dimensione reale che tiene conto e viene sostenuto da due forze contrapposte, è auspicabile che da questa esperienza nasca un bipolarismo non più caratterizzato dalla demonizzazione e dallo scontro frontale ma un bipolarismo fisiologico di stampo europeo. Anche questo – ha concluso Cicchitto – è indirettamente un contributo che lei può darci e per questo e per le ragioni che ho detto io le confermo il voto favorevole del PdL”.
(4) – Riforme, Monti percorre la nostra strada
Il governo Monti non parte da zero. Né cancella intere riforme, come fece nel 2006 Romano Prodi. Nel chiedere la fiducia, il nuovo presidente del Consiglio ha citato una lunga serie di provvedimenti firmati dal centrodestra di Silvio Berlusconi, ai quali intende dare piena attuazione e che costituiranno la cornice del suo programma: anche se, visti i nuovi attacchi ai debiti dei paesi euro – non più solo all’Italia, ora è presa di mira la Francia con la sua tripla A – sarà necessaria una nuova manovra di emergenza. Non solo. Mario Monti, come già nello sciogliere la riserva, ha di nuovo rivolto “un pensiero rispettoso” a Berlusconi “che ha facilitato in questi giorni la mia successione”.
Ma vediamo le riforme e le misure che il centrodestra lascia in eredità all’esecutivo tecnico.
- La legge di stabilità al cui interno sono inserite le 39 risposte alle altrettante domande della Commissione europea. Si tratta del maggiore impegno assunto dal Paese con l’Europa.
- Il pareggio di bilancio da conseguire nel 2013.
- La doppia manovra estiva con gli interventi su fisco, previdenza e mercato del lavoro (argomento che approfondiamo a parte).
- Il piano per le infrastrutture, sul quale il centrodestra ha puntato fin dall’inizio attraverso la legge obiettivo, e che non è certo rimasto a livello di intenzioni: basta ricordare l’alta velocità, la Tav, il passante di Mestre, la Salerno-Reggio Calabria, la Pedemontana, il terzo valico Genova-Nord Europa, e molto altro. Bene: sulle infrastrutture sia Monti sia Corrado Passera attribuiscono il ruolo centrale nel rilanciare la crescita.
- Scuola e università. Monti intende non solo mantenere ma implementare la riforma Gelmini estendendo a tutti i livelli i criteri meritocratici (test Invalsi) e completando l’attuazione dei decreti attuativi.
- Riforma fiscale. Anche questa citata più volte: la delega del precedente governo verrà attuata, a cominciare dal suo principio fondante, lo spostamento del peso delle tasse dai redditi ai consumi, dalle persone alle cose; con il disboscamento delle varie centinaia di sgravi spesso ingiustificati.
- Riforma del lavoro. In perfetta continuità con il governo Berlusconi si legge chiara nelle parole di Monti l’intenzione di scardinare quel complesso di norme che ingessano da decenni il mercato del lavoro (“alcuni fin troppo tutelati”) e affondano la produttività del Paese. La volontà espressa dal neo-premier di spostare il baricentro della contrattazione in direzione aziendale sta esattamente sulla strada battuta dal nostro governo con il tanto contestato articolo 8 della manovra estiva e la detassazione dei premi di produzione e del lavoro straordinario.
- Costi della politica. Conferma dei tagli ai privilegi degli eletti, e soprattutto della abolizione delle province: per ora con il trasferimento delle loro competenze alle regioni o ai comuni, e quindi con una necessaria legge di riforma costituzionale. E’ lo stesso percorso deciso dal centrodestra e in particolare dal Pdl. E qui vale la pena di ricordare che tutto ciò, con l’aggiunta della riduzione dei parlamentari e della fine del bicameralismo perfetto, era già stabilito dalla riforma istituzionale approvata dal governo Berlusconi 2001-2006, e poi cancellata dalla sinistra. Che portò in piazza Oscar Luigi Scalfaro con lo slogan “difendiamo la Costituzione”.
(5) – Sinistra, Bersani rimane in un vicolo cieco
La moneta unica impone insieme vantaggi e vincoli. Così, l’Unione Europea ha adottato strumenti di coordinamento allo scopo di evitare il deragliamento delle rispettive economie nazionali. Questo coordinamento mette talvolta a fuoco nodi che creano tensioni politiche anche traumatiche.
Ricordate la scala mobile? Era possibile mantenere questo strumento che produceva essenzialmente inflazione e aderire alla costruzione di una moneta unica a livello europeo? Ovviamente no, cosicché la conquista considerata ‘irrinunciabile’ si sbriciolò sotto i colpi della crisi valutaria degli inizi degli anni Novanta.
Oggi ci troviamo in una situazione analoga: quelle che sembrano intimazioni fatte all’Italia da parte di un’entità astratta chiamata Europa, sono indicazioni e raccomandazioni rivolte a tutti i paesi dell’Unione Europea. Una buona dose di ipocrisia spinge a dire che “l’Europa ci chiede….”, ma si tratta di richieste che dobbiamo rivolgere a noi stessi insieme a quelle che facciamo agli altri partner continentali. L’Italia non ha solo un debito pubblico abnorme: ha una sinistra ancora dominata dal massimalismo che in questi anni di crisi si è costantemente messa di traverso rispetto all’opera di risanamento che Berlusconi ha portato avanti.
L’irragionevolezza della sinistra, Pd incluso, ha reso questo Paese ingovernabile, tanto che i mercati hanno spinto verso la soluzione del governo tecnico, nella certezza che le opposizioni, in caso di vittoria elettorale, non avrebbero avuto la capacità di confrontarsi con gli impegni assunti dal premier uscente nella lettera inviata all’Unione Europea. Ma ora i giochini sulla pelle del Paese sono finiti, e la sinistra non potrà più nascondersi dietro gli slogan, perché già nei prossimi giorni Monti entrerà nello specifico delle sue proposte, che ricalcheranno – inasprendole – quelle contenute nelle missive che Berlusconi e l’Europa si sono scambiati da agosto in poi.
Su temi cruciali come le pensioni di anzianità e come la flessibilità del mercato del lavoro, ad esempio, non sarà più possibile bluffare. I mercati aspettano risposte immediate e certe, mentre la speculazione – e soprattutto i grandi investitori americani – stanno mettendo pressione non solo all’Italia, ma anche alla Spagna e soprattutto alla Francia, in un’escalation che ha in tutta evidenza come obiettivo finale l’affossamento dell’euro. Tutti siamo dunque chiamati a fare la propria parte. Anche la sinistra italiana, che sarà costretta a liberarsi alla svelta dai suoi vecchi vizi.
(6) – Cosa detta/“Governo a missione limitata”
Carlo De Benedetti e’ ”solo un fomentatore di tensioni politiche e personali all’indirizzo di un presidente del Consiglio. Sara’ ricordato soltanto per essere stato un imprenditore che non ha mai avuto visione d’insieme del Paese”.
Per Sandro Bondi, senatore del Pdl, l’intervista rilasciata ieri dall’imprenditore al Corriere della Sera ”tradisce il perdurante progetto di condizionare l’intera vita politica italiana secondo finalita’ che hanno a che fare con interessi opachi, riconducibili ai propri interessi personali o a quelli di precisi gruppi economici”. Intervistato dal quotidiano di Via Solferino, Bondi parla dell’esecutivo Monti. ”La formazione di questo governo tecnico e’ una scelta eminentemente politica, che si deve soprattutto alla decisione di Berlusconi.
Il leader del Popolo della Libertà ha dimostrato un alto senso dello Stato dando il via libera a questo governo”. Dell’esecutivo, prosegue l’ex ministro dei Beni culturali, ”fanno parte personalita’ di varie appartenenze ma accomunate da una comune autorevolezza e competenza. E’ una sfida anche per la politica, per i partiti e per le alleanze che abbiamo fin qui conosciuto. Dopo questa esperienza nulla sara’ come prima”.
Sulla durata del governo, ”ha una missione limitata nel tempo; esaurita la propria funzione, la parola tornera’ a una politica rinnovata”, dice Bondi. Tuttavia ”le forze politiche che hanno deciso di sostenerlo non devono avere retropensieri: non credere alla possibilita’ che Monti possa lavorare fino al 2013 indebolirebbe di per se’ questo governo”.
Governo/Quagliariello: lo chiamerei “di missione”
”Lo chiamerei ‘governo di missione’ in una democrazia che e’ certamente sospesa. Speriamo tutti che la missione sia eseguita nel piu’ breve tempo possibile”. Lo ha detto Gaetano Quagliariello, vicepresidente vicario dei deputati del Pdl, stamattina a Omnibus, su La7. ”Non possiamo immaginare un’Italia che sia in parte governativa e in parte antigovernativa”.
Lavoro/Cazzola: ipotesi-Monti di dubbia costituzionalità
”Non c’era bisogno di un governo di supertecnici per affrontare e risolvere ‘all’italiana’, al modo ‘de noantri’, la questione della disciplina dei licenziamenti individuali: stabilendo, cioe’, che le regole modificate, piu’ flessibili, si applicherebbero soltanto ai nuovi assunti, mentre l’articolo 18 dello statuto resterebbe in vigore, nella sua attuale formulazione, per tutti i lavoratori ora occupati”: lo afferma in una nota Giuliano Cazzola, deputato del PdL.
Napoli: siamo contrari a Ici e Patrimoniale
“Noi auspichiamo che i punti della lettera della Bce vengano rispettate. Il Pdl appoggia totalmente Monti, ma ci sono problematiche che discuteremo di volta in volta. Sulla patrimoniale e Ici siamo decisamente contrari. La legge elettorale non e’ competenza di un governo tecnico ma del parlamento e della politica. Vedremo se sara’ il caso di modificarla prima del referendum o aspettare. Franceschini ha comunque tenuto la stessa linea in merito”. E’ quanto afferma l’on. Osvaldo Napoli del PdL.
(7) – Cose fatte/Terra ai giovani imprenditori
Nasceranno oltre 40mila nuove imprese agricole condotte da giovani che potranno entrare in possesso di terreni pubblici. Questo sarà possibile grazie ad un provvedimento contenuto nella legge di stabilità portata all’approvazione della Camera nell’ultimo passaggio parlamentare del governo Berlusconi prima che il premier rassegnasse le dimissioni. Nella legge è prevista infatti la vendita di 338mila ettari di terreni agricoli pubblici con diritto di prelazione per i giovani imprenditori nelle procedure di cessione. Un provvedimento per la crescita i cui risultati virtuosi e attesi sono stati quantificati ieri da Coldiretti. Possono nascere fino a 43mila nuove imprese e inoltre essere ampliate quelle esistenti, visto che secondo un’indagine Coldiretti-Swg il 50% delle imprese agricole giovani chiede la disponibilità di nuove terre. La stima indica anche dove: 6500 nel Lazio, 4300 in Campania, 3800 in Trentino, 3700 in Piemonte, 3500 in Calabria e 2600 in Puglia. Coldiretti promuove a pieni voti il provvedimento inserito dal governo nella legge di stabilità, sottolineando che si tratta di un importante impulso alla crescita, all’occupazione e alla redditività delle imprese che realizzano performance migliori in agricoltura quando sono condotte da giovani.
(8) – Privatizzazioni, non una svendita
Da Economy, a firma Gianpiero Cantoni
“Le buone ragioni dell’economia sociale di mercato”
Crescita ed equità. Queste le due parole chiave usate dal neopremier Mario Monti per presentarsi agli italiani dopo avere accettato l’incarico, prima ancora di mettersi a lavorare per presentare programmi e squadra ai partiti. Colpisce che abbia privilegiato queste due categorie di pensiero mentre siamo in piena crisi, perché sono ottimiste, hanno in mente i figli, come lui stesso ha voluto far sapere. Non sono inviti alla paura, ma alla positività. Non c’entrano nulla con la visione fosca diffusa dalla sinistra del tanto peggio tanto meglio, la quale avrebbe trovato espresso il suo spirito di questi momenti con lo slogan «lacrime e sangue», e prima di tutto le lacrime e il sangue (inteso metaforicamente, ma talvolta anche letteralmente) di Silvio Berlusconi. In questo il tono e le espressioni serene di Monti risentono di certo dei colloqui avuti con il presidente Giorgio Napolitano, che ha rilanciato con vigore la proposta di una tregua nella conflittualità politica.
Eppure a me la formula crescita&equità sembra venire da più lontano. In quale concezione dell’economia è rintracciabile una simile visione, che evoca un mercato inteso come radura nella foresta, un mercato temperato, il cui padrone non sono le zanne dei lupi, ma il pacifico affannarsi di persone per il benessere della propria famiglia e di tutta la società, dove ci si può associare, mettere a frutto i propri talenti. E si cresce, nella giustizia. E la giustizia non vuole dire ugualitarismo, ma l’equità è rendere onore al merito. Ecco: questa impostazione non è né comunista né (come ha detto scioccamente qualcuno) catto-comunista, e neanche mercatista nel senso vituperato da Tremonti. Si chiama economia sociale di mercato. Ho rintracciato questa citazione di Monti: «Sono un convinto sostenitore di un’economia sociale di mercato altamente competitiva, quale è voluta dal Trattato di Lisbona, sarei un po’ preoccupato da un mercato privo, da un lato, di serie regole e di efficaci autorità di enforcement; dall’altro esposto a una più o meno esplicita superiorità della politica: terreno ideale, temo, per abusi privati, abusi pubblici e loro varie combinazioni».
I lettori di Panorama Economy che hanno avuto la bontà di seguirmi sanno bene che l’economia sociale di mercato è stata in questa rubrica indicata come la via maestra per costruire un regime economico davvero funzionale al bene comune. Un sistema dove il mercato non è considerato una sorta di Dio che produce da sé il miglior mondo possibile permettendo lo scontrarsi di interessi. E dove tuttavia il sociale non è a sua volta inteso come identico a collettivo, che schiaccia la libertà dell’individuo.
Non evoco qui i padri di questa visione. Mi interessa di più che sia davvero fatta propria dal nuovo governo di Monti. Il quale, applicando le indicazioni dell’Europa, non dovrà scivolare in una sorta di neodirigismo e neanche aprire le paratie per lasciarci alluvionare dalle acque selvagge del liberismo reso meno aspro da ammortizzatori sociali. Non va più bene questo modello, se mai sia andato bene. Occorre che la politica valorizzi il coraggio, l’inventiva, sburocratizzando, liberalizzando, tagliando le unghie alle corporazioni, riformando il mercato del lavoro, consentendo una flessibilità che non generi insicurezza ma accresca la speranza.
Mi colpisce la formula: «economia sociale di mercato altamente competitiva». Su una cosa sarà osservato speciale il suo governo. Sul terreno delle privatizzazioni. Le quali non devono risolversi, come capitò negli anni 90, con una sorta di svendita dalle nostre migliori aziende alla finanza dalle lunghe zanne. Equità sarà anche impedire che ci siano rapinate dai grandi speculatori internazionali, dai soliti noti e da coloro che vi stanno dietro.
(9) – Ma allora, a che servono le elezioni?
Ecco alcune reazioni e commenti apparsi sul web in seguito all’attuale situazione politica italiana.
Ardelio Nervi (facebook) – Caro Presidente: hanno fatto del tutto per farlo mettere da una parte, l’hanno considerato zavorra perché la nave Italia stava affondando, ma ora vediamo che la barca sta affondando più velocemente e coloro i quali si sono resi responsabili non amano certo il nostro Paese.
Ingegnere Biker (spazio azzurro.it) – Onorevole Presidente, sono un suo elettore da sempre. La prego di salvi da una nuova democrazia cristiana e dalla patrimoniale; non si arrenda siamo con Lei.
Enrico Zampieri (forzasilvio.it) – Abbiamo la maggioranza al Senato. Se questi furbastri provano a fare qualcosa contro il nostro programma originario, li possiamo mettere in riga. Noi un programma ce l’abbiamo da sempre. Anche loro: depredare i cittadini. Ma non hanno i voti; noi sì. Forza Silvio!
Filippo di Giustino (facebook) – A questi compagni che hanno sempre criticato il governo ”Berlusconi”… gli do tempo due mesi … poi rimpiangeranno il Cavaliere!
Claudio Pavone Lanzetti Giacomin (facebook) – Presidente è solo un arrivederci… grazie per quello che ha fatto!
Filippo Caporossi (spazio azzurro.it) – Onorevole Presidente, sono un suo elettore da sempre. La prego ci salvi da una nuova democrazia cristiana e dalla patrimoniale; non si arrenda siamo con Lei.
Brunella Radi (facebook) – La cosa fantastica è che tutti continuano a parlare di Lui, giornali, Tv, radio nonostante le dimissioni. Sono orgogliosa di essere italiana come te Silvio, sei uomo dall’intelligenza e dal coraggio s-t-r-a-o-r-d-i-n-a-r-i, hai costruito una carriera imprenditoriale e politica meravigliose, il tuo nome rimarrà nella Storia. E grazie per aver cacciato dal Parlamento rifondazione comunista e di aver privato il governo dalle grinfie dei sinistrati per 17 anni.
Ambra (spazio azzurro.it) – A questo punto non ha importanza come si faranno le cose. Purche’ si facciano. La gente e’ stufa di litigi e polemiche. Monti o Berlusconi facciamo qualcosa.
Enrico Del Ponte (facebook) – Cavaliere se lei torna alle elezioni il prossimo anno le do il mio voto, qui in Olanda tantissimi italiani votano per lei, però se posso darle un consiglio da amico: lasci perdere si goda la vita, la politica è per gente senza fantasia… Molti in Italia si lamentano però non vogliono pagare tasse, e già senza tasse lo stato non funziona, tanti saluti.
Giulio Pisanu (forzasilvio.it) – Presidente vigili perché questo è un Governo tecnico, ma targato centro-sinistra. Il sig. Monti deve solo dare corso alla lettera della Bce e poi dimettersi per dare la parola agli elettori. Non approvi nessuna patrimoniale né abolizione dell’Ici. Presidente non molli, il Paese ha bisogno di Lei. L’Italia non può essere consegnata alla becera sinistra.
Tommy Donati (facebook) – Silvio prometti che tornerai più forte e potente di prima… Forza Silvio noi tutti ti aspettiamo, sognando che tu possa diventare tra un anno e mezzo presidente della Repubblica!
Non ci stiamo (spazio azzurro.it) – fino a 3 giorni fa per la sx italiana la crisi era da attribuire in toto al Pres. Berlusconi, da tre giorni a questa parte si incomincia a parlare di crisi europea!?
Cosimo Saccà (facebook) – Forza Presidente Berlusconi, continui il Suo impegno in politica non ci lasci nelle mani di questi inetti e arroganti politici della sinistra attaccati solo morbosamente alla poltrona del potere senza nessun programma politico, l’unico era quello di far saltare il governo e la Sua persona. Mi auguro semplicemente che si torni presto alle urne per dar voce di nuovo al popolo sovrano, per decidere il proprio Governo dopo questa sospensione della democrazia ed in questo difficile momento di crisi e continuare il percorso politico del PdL. Grazie ancora Presidente per tutto ciò che ha fatto sino ad ora.
Ernesto Ferrari (il giornale) – Egregio signor Presidente, quando sabato vidi in Tv le immagini di quelle “persone” che si sono permesse di insultarLa mi sono vergognato di essere italiano. La invito a “resistere” […] in quanto quelle persone che l’hanno insultata e i rispettivi schieramenti politici non hanno compreso che non vi era nulla da festeggiare. Anzi!
Giuliano Secci (forzasilvio.it) – Complimenti sei partito bene sig. Monti…e dici pure che l’ICI è un’anomalia italiana bravo!Esempio io pago l’Ici invece un miliardario che vive in albergo oppure nel suo yacht superlusso intestato a chissà chi non paga l’Ici, ti sembra una cosa equa? Questa è una cosa anomala e non l’esclusione dell’Ici sulla prima casa. Sempre forza Silvio
Serenella Corbetta (il giornale) – Stim.mo presidente Berlusconi,l’inestimabile valore del suo operato, l’enorme impegno profuso per lo Stato e per il Pdl, sono stati, sono e saranno indispensabili! Il Paese ha bisogno della sua guida! Noi certamente!
Francy (spazio azzurro.it) – Spero tanto che Lei non abbandoni io continuo ad aver fiducia solo nella sua persona. Voto solo per lei. Grazie Presidente Berlusconi.
Mambo (corriere.it) – Quando meno te lo aspetti trovano milioni di voti. Un motivo ci sarà. Il programma di Monti, salvo la patrimoniale e l’Ici, é quello del PdL. Lunga vita a Silvio Berlusconi.
Antonio Saraceno (forzasilvio.it) – Mio caro Presidente, la sua saggezza e la capacità di sacrificarsi per il bene del Paese sono pari alle sue capacità ed al bene che le vogliamo. Spesso ho cercato di parlarle, invano: faremmo il bene del Paese meglio di altri. E’ doloroso sapere che 4 mesi orsono il Colle si era accordato col Prof. Monti per far ciò che ha fatto.
Silvia Garnero (il giornale) – Unita a te, oggi ancora più di ieri, per reagire a quanti vogliono il male di questo Paese! Riccardo Gobbetta (il giornale) – Silvio, grazie per quanto hai fatto! Non mollare! L’Italia e il Pdl hanno bisogno di te!
Alessandro Berforti (il giornale) – Siamo tutti vicini al Presidente, riconoscenti per l’impegno, sdegnati per le scene in Tv, sicuri che alla fine la ragione prevarrà.
Antonio (spazio azzurro.it) – sinistra ipocritica. Quando sono all’opposizione attaccano e inventano tutto quando conviene a loro bisogna essere responsabili.
Marco Cavalocchi (il giornale) – Caro presidente, non si abbatta, lei ha fatto tanto per l’Italia creando una compagine politica che ha arginato dal ’94 gli invidiosi tecnocrati del Pd capaci solo di fare delazione contro il Paese per poter cambiare la volontà dei cittadini di essere governati dal centrodestra. Adesso dobbiamo rinsaldare e riorganizzare il Pdl per presentarci alle prossime elezioni più coesi di oggi e, a mio avviso, i cittadini daranno ancora al centrodestra la guida del Paese.
Skywalkerluke (corriere.it) – È la BCE che dovrebbe e potrebbe risolvere in un colpo tutti i problemi. Per quanto riguarda Monti il suo programma è una copia di quello di Berlusconi. Ma adesso che esce dalla bocca di Monti sembra una meraviglia. Licenziamenti facili. Aumento dell’età pensionabile. Attuazione della riforma Gelmini della scuola, ecc.. Mi piacerebbe che tutti fossimo un po’ meno facinorosi e più obiettivi.
Cheope (libero-news.it) – Finalmente il premier o il Cav, ha capito, il colle dopo anni di tentativi c’è riuscito, abbiamo un governo di professori, saliti in cattedra, i quali guardano il popolo dall’alto in basso, pronti a bacchettarci sulle dita. E allora a che servono le elezioni? A qual pro fare una campagna elettorale? Il professorino Monti, ha ringraziato tutti, (anche i lacchè) e poi ha cominciato subito a dettare le sue regole, guarda caso tre, riforme, crescita, equità, ma mettendo tasse, rimettendo l’ici, facendo la patrimoniale. Così erano capaci tutti. L’unica cosa da fare e il cav. lo sa, è appena attuate le riforme chieste dalla Bce, far saltare il banco e tornare subito al voto.
Esthy Kucera (facebook) – You are a good politician Silvio Berlusconi! (Trad. Sei un buon politico Silvio Berlusconi).
Luigi 62 (corriere.it) – Buonasera. Ogni tanto pubblicate anche chi e’ fuori dal coro. Io ritengo che abbia ragione Berlusconi ed il fatto che sia la borsa sia lo spread continuino ad essere “terribili” dovrebbe far dire a tutti, per onestà intellettuale, che il problema non era e non e’ Berlusconi. Così come bisogna dire che Passera, che sicuramente ha l’aspetto più serio di Berlusconi, e’ stato, fino ad ieri, un importante rappresentante della categoria dei banchieri che hanno fatto tutto questo casino.
Veronica Morales Angulo (facebook) – Forza, sono con Lei e lo accompagno di cuore e con tanto rammarico per quei fischi di gente maleducata il giorno delle sue dimissioni.
Aries (libero-news.it) – Non capisco come mai Silvio continua a sbagliare mosse! Questa è un’ottima occasione per rilanciare il partito e liberarsi di tutti quei parlamentari e senatori che non servono se non ad attirarci continue critiche e pesanti pettegolezzi.Prima abbiamo negato la crisi ora neghiamo la realtà : che la classe politica tutta era complessivamente inadeguata e scadente. Prepariamoci alle elezioni con calma e senza sparare stupidaggini ed isolando gli inutili idioti. Ripuliamoci e cerchiamo alleanze presentandoci diversi da come siamo stati, anche se con una percentuale minore. E sopratutto rinnoviamo linguaggio e comunicazione. Perchè? Perchè con la gente non ha funzionato.
Volante1 (corriere.it) – Molti punti del programma Berlusconi sono stati realizzati. Riforma della Pubblica Amministrazione con digitalizzazione, riforma del processo civile, eliminazione dell’ICI per la prima casa (escluse le abitazioni di lusso), riforma dell’Università,riforma federalista municipale e fiscale (si devono fare solo i decreti attuativi), inasprimento del 41 bis per i mafiosi (quello per intenderci che la coppia Conso-Ciampi aveva alleggerito) e molti altri provvedimenti settoriali.Le altre riforme tipo Giustizia e riforma fiscale, sarebbero state portati a termine nel parte finale della legislatura. Tenendo conto delle mastodontiche pastoie burocratico-parlamentari tipiche del nostro sistema e delle condizioni avverse in cui si è trovato a operare (terremoto dell’Aquila,crisi Alitalia,caos rifiuti a Napoli e recente crisi mondiale) non mi sembra male.
Buonrisveglio (corriere.it) – Presidente Berlusconi: la mia signora Le rinnova la fiducia. Non dia troppa importanza agli scalmanati che la criticano ingiustamente. Auguri.
(10) – “Di sicuro, per ora, ci sono le tasse”
Dai giornali di oggi, venerdì 18 novembre
Panorama (Bruno Vespa) – Liquidare con insulti e monetine 18 anni di storia e dare perciò dell’imbecille alle decine di milioni di italiani che l’hanno costruita con il voto è sciocco prima che ingiusto … Senza Berlusconi Mani Pulite avrebbe consegnato nel 1994 l’Italia a una sinistra ancora idealmente legata al Pci, minoritaria nel Paese e salvata per ragioni tutt’ora non chiare dal ciclone giudiziario. Senza Berlusconi la destra di Gianfranco Fini avrebbe dovuto aspettare prima di costituzionalizzarsi e la Lega Nord di Umberto Bossi sarebbe rimasta più a lungo secessionista. Senza Berlusconi non avremo avuto il bipolarismo, tipico di tutti i Paesi occidentali … Negli ultimi tre anni, come ricordò un anno fa un commentatore certo non berlusconiano come Luca Ricolfi, sulla Stampa, il governo ha fatto riforme importanti sul federalismo fiscale, pubblica amministrazione, scuola, università, pensioni (parziale), servizi pubblici locali (parziale) … il nuovo processo civile e la mediazione giudiziaria sono punti di merito indiscusso …
Il Corriere della Sera (Massimo Franco) – Il paragone fra Mario Monti e l’ex calciatore argentino Maradona, fatto ieri da Silvio Berlusconi, non voleva essere esattamente un complimento. L’ex premier ha spiegato che un solo giocatore, per quanto bravissimo, non basta a fare una squadra; e che dunque l’accoglienza calorosa riservata al suo successore è esagerata … Berlusconi dice una verità … Ripetere, come fa Berlusconi, che la sorte di Monti dipende da quanto deciderà il Pdl, è indubbio … Aggiungere che la campagna elettorale è aperta sembra altrettanto innegabile …
La Stampa (Marcello Sorgi) – Al suo esordio in Senato, Monti s’è trovato di fronte all’aperta e intransigente opposizione leghista e a quella sotterranea ma non meno dura di Berlusconi. Mentre i senatori del Carroccio: in aula davano luogo a contestazioni tacitate a stento dal presidente, il Cavaliere con i suoi s’è sfogato dicendo che la nascita del nuovo governo contrassegna una sorta di sospensione della democrazia, che il Pdl potrà tollerare non, a lungo e che a un certo momento si riserva di interrompere, per tornare ad elezioni …
Il Riformista (Emanuele Macaluso) – La crisi economica che colpisce l’Eurozona ha riproposto con acutezza il tema dell’Unione Europea e delle strutture che hanno un ruolo rilevante, come la Bce. Leggiamo sui giornali che l’attacco dei grandi potentati finanziari è all’Euro e non si capisce come la Bce possa reagire.
Il Tempo (Mario Sechi) – Ieri lo spread della Francia ha toccato il picco di 204 punti rispetto al Bund. Era a quota 37 il primo luglio, a 100 il 28 ottobre. In quattro mesi si è più che quintuplicato, con un rush che nelle ultime tre settimane ha portato al raddoppio. L’asta di titoli a medio termine francesi è andata male: 6,9 miliardi richiesti rispetto ai 7 previsti, rendimenti in aumento dimezzo punto. Immediatamente gli Oats, i decennali di riferimento, sono saliti intorno al 3,8 per cento. Nettamente più della metà dei Btp italiani, non molto distante dalla media di rendimento dell’intero nostro debito pubblico … L’Italia e il Cavaliere non sono evidentemente il movente degli spread e della malattia europea, come invece sostenuto da autorevoli banchieri e politici …
Libero (Maurizio Belpietro) Di sicuro, per ora, ci sono le tasse. Se c’è altro, chiedo scusa, io non l’ho sentito. Non che il nuovo presidente del Consiglio non abbia parlato anche di riduzione dei costi della politica, di spesa pubblica, pensioni e mercato del lavoro. Presentando il suo governo, Mario Monti lo ha fatto, ma diciamo che su questi argomenti si è tenuto un po’ sul vago, rinviando il dettaglio degli interventi a future riforme.
Il Giornale (Stefano Zurlo) – Addio spread. Era l’incubo dei grandi giornali che giorno per giorno ne monitoravano la crescita esponenziale in parallelo all’agonia del governo Berlusconi. Un malato terminale, come il Cavaliere. Sorpresa: ieri più autorevoli quotidiani l’hanno smarrito, almeno in prima pagina …
Il Corriere della Sera (Massimo Mucchetti) – Signor ministro, il governo Monti ha una legittimità piena, ma indiretta. Riscuote la fiducia del Parlamento, ma i ministri, non essendo parlamentari, sono privi dei viatico elettorale. Questa condizione, inevitabile nell’emergenza, accentua il dovere di essere trasparenti. Un titolare dello Sviluppo e delle Infrastrutture, che prima faceva il banchiere, può dover prendere decisioni che coinvolgono le sue passate scelte professionali … Nell’agosto 2oo6, Giovanni Bazoli disse che Intesa Sanpaolo sarebbe stata la Banca del Paese, non certo una Goldman Sachs. Poi, con Generali e Mediobanca, entrò in Telecom Italia per evitare che Telefonica ne diventasse padrona. Mario Monti paventò un «governo occulto» delle banche, contigue alla politica. «Parole infelici», commentò lei. Ora Monti l’ha chiamata al governo, archiviando quel dissenso … Intesa ha lavorato per il governo Berlusconi che aveva azzerato la cessione ad Air France preparata dal governo Prodi. Tre anni dopo, la ristrutturazione aziendale è fatta … L’operazione tripartita su Telecom, pur criticabile sul piano finanziario, ha evitato al Paese di perdere la presa su una grande impresa strategica, che può crescere … Il governo Monti considererà Alitalia un campione nazionale su cui intervenire? Ntv-Nuovo trasporto viaggiatori. Alta velocità. Intesa è azionista e finanziatrice dello sfidante delle Fs-Ferrovie italiane dello Stato …
La Stampa (Massimo Gramellini) – Silvio, mi manchi. L’ho sempre temuto, ma ne ho avuto la certezza ieri pomeriggio …
Il Secolo (Marcello De Angelis) – Carlo de Benedetti – l’eterno “duellante” del Cavaliere – ha rilasciato un’intervista al Corrierone esultando per “la fine della fiction dell’era Berlusconi”. Non si può non trovare curioso che il proprietario di Repubblica ricorra al suo teorico competitor editoriale per sfogarsi. Ma tant’è. La fiction è finita. Si torna alla realtà. Ci deve essere stato però uno scambio di copioni. Oppure lo sceneggiatore ha perso il ritmo durante la scrittura. Ma come? Non c’era stata la fine di un “regime”, come annunciato da tutte le televisioni globali, Al-Jazeera inclusa? Non era finita per sollevazione popolare la dittatura di 17 anni dell’odiato rais? Sì, è vero, si può essere dei perfetti imbecilli anche se si sa leggere, scrivere e fare le moine in video, ma le signorine buonasera delle global news come lo spiegheranno ai loro telespettatori che il signor B. – anziché sparire come Mubarak o peggio come Gheddafi – oggi voterà con tutti i suoi la fiducia al governo Monti assicurandogli così l’indispensabile sostegno per dare almeno avvio al suo governo?