StadioIl presidente dell’Associazione Poliziotti Italiani, Carmine Abagnale ad Affari: “Sciogliere le curve. Le società paghino i servizi della polizia allo stadio”. “Le società hanno la colpa di piegarsi al volere di questa gente: far sconti di biglietti, facilitazioni, assegnargli dei posti tutti assieme. Non riesco a capire perché debbano avere dei posti assegnati e non possano essere suddivisi in mezzo alla gente. Scigliere le tifoserie organizzate? E’ ovvio. Se metti insieme un gruppo di violenti diventeranno ancora più violenti”. Lo spiega, in un intervista ad Affari, Carmine Abagnale, Presidente dell’Associazione Poliziotti Italiani. Che spiega: “Da noi in prigione non ci va più nessuno, i danni fatti non vengono risarciti… la gente si è resa conto che c’è un’impunità unica. Oltre agli stadi questo avviene anche all’esterno. E poi si sta creando la giustificazione che questa gente ce l’ha con le forze di polizia. La cosa mi fa ridere”.

L’intervista

Tra le misure del governo si pensa di evitare le vendita di biglietti ai tifosi che vanno in trasferta…
”E’ inutile che continuiamo a parlare di misure che non sono efficaci. Una volta per sempre bisogna trovare una soluzione giusta”.
Che idea ha in proposito?
”Intanto bisogna far pagare alle società di calcio i servizi all’interno degli stadi, forniti dallo Stato. Starà al questore decidere quanti uomini è opportuno mandare, quindi il club retribuirà lo Stato della spesa sostenuta. E poi…”.

 

Poi?
”Premessa: non ho nessuna intenzione di creare uno stato di polizia, però è altrettanto chiaro che all’interno dello stadio debbano esserci regole ferree. In Inghilterra quando viene comminata la diffida a un tifoso e quest’ultimo viene successivamente trovato nuovamente nell’impianto sportivo, il tifoso in questione si prende cinque anni di carcere. Lì esiste una certezza della pena che si è rivelata veramente efficace”.

 

Non come nel nostro Paese?
”Da noi in prigione non ci va più nessuno, i danni fatti non vengono risarciti… la gente si è resa conto che c’è un’impunità unica. Oltre agli stadi questo avviene anche all’esterno. E poi si sta creando la giustificazione che questa gente ce l’ha con le forze di polizia”.

 

Non è così?
”La cosa mi fa ridere. Perché dovrebbero avercela con la polizia?”.

 

E’ vero però che girano sul web alcuni video di ultras estremisti che incitano contro le forze dell’ordine…

”Perché vanno a cercare una giustificazione distorta. Ma questo è un mondo violento: se litighi per strada rischi che qualcuno scenda dalla macchina per picchiarti… No, è l’impunità che porta a queste cose”.

Intanto in queste ore è emersa la volontà del presidente di Lega Calcio, Antonio Matarrese di tornare al giocare al più presto. ‘Show must go on’, dice una vecchia canzone. Lei ritiene che anche i club abbiano delle colpe in questo caos?

“Le società hanno la colpa di piegarsi al volere di questa gente: far sconti di biglietti, facilitazioni, assegnargli dei posti tutti assieme. Non riesco a capire perché debbano avere dei posti assegnati e non possano essere suddivisi in mezzo alla gente. Sa qual è il problema?”

Prego…

“Come mai i minorenni vengono trascinati nel terreno della violenza? Perché stanno insieme, fanno gruppo… e da lì nascono le baby gang. Così dalla violenza si passa al furto, alla rapina e così via…”.

Comunque lei è convinto che questa gente non ce l’abbia con le forze di polizia…
”Non c’è né il motivo politico, come poteva essere nel ’68 quando c’erano scontri continui. La situazione è abbastanza tranquilla. Né ci sono episodi o comportamenti che possano aver portato a qualche tipo di vendetta. Non può essere l’odio nei confronti della polizia a scatenare questo. Pare quasi una una giustificazione, che si sta provando a trovare per poi ricominciare a giocare. Non sto dicendo sia giusto sospendere, ma è anche vero che si dovrà riprendere quando saranno sistemate le cose”.

Seguendo questa logica mi sembra che la sua ricetta porti allo scioglimento dei gruppi organizzati?
”E’ ovvio. Se metti insieme un gruppo di violenti diventeranno ancora più violenti. Sentendosi più forti e incoraggiandosi gli uni con gli altri. Se assegnassimo i biglietti in modo casuale, lei pensa che tre persone in mezzo a cento perbene si metterebbero a fare casino? Può esserci il caso isolato di qualche litigio, ma nulla di più. Non certo un gruppo di 2-300 persone che sfoga le proprie frustrazioni nei confronti di qualcuno”.

 

Ha senso continuare a mandare la polizia allo stadio?
”Noi serviamo lo Stato e se ci viene chiesto di andare lo facciamo. Ma così torniamo al discorso iniziale: non è neanche opportuno difendere le società di calcio gratuitamente e a spese del contribuente. Allora, secondo questa logica, se un imprenditore ha una ditta privata dobbiamo difendere anche quella”.

 

Quindi, che almeno vi paghino per il rischi che correte?
”Dobbiamo ragionare sulle spese inutile che lo Stato si accolla. Questa lo è, perché a salvaguardia non dello spettacolo, ma delle società che lo fanno per interesse economico”.

 

Parliamo degli ultras. Le leggi ci sono, ma allora perché chi commette atti violenti non paga veramente?
”Intanto perché prevale l’interesse economico su tutti gli altri. Gli arbitri dovrebbero sospendere le partite anche solo per un cartello offensivo”.

 

Anche a livello penale non si paga molto…
”Quando uno sfascia mezzo stadio e poi si danno le giustificazioni dicendo che ce l’hanno con la polizia, i carabinieri, le squadre di calcio…. Finisce che la domenica dopo la persona in questione va in un altro stadio e sfascia pure quello”.

 

Cos’ha provato sentendo l’ultras del Catania, intervistato a Controcampo, che ha parlato di un codice d’onore per cui non si aiutano le forze dell’ordine a trovare il colpevole?
”Questo è il codice d’onore dei delinquenti”.

 

via| www.polizia.org

Immagine via| www.guidautile.com/blog/img/violenza_stadio.jpg